Non gli sono bastate le vittorie di tre mondiali, quattro europei e sette World League, e nemmeno l’inserimento nella Hall of Fame del Volley o il record di 474 presenze in maglia azzurra (abbattuto solo di recente dalla palleggiatrice Eleonora lo Bianco). Andrea Giani si è infatti voluto mettere in gioco anche come allenatore.
Il “Giangio” è ormai da due stagioni sulla panchina della M.Roma Volley, squadra che è riuscito a riportare in serie A1 e con la quale ha persino vinto una Coppa Italia di A2. Tuttavia, dopo un ottimo avvio di campionato, il suo team sta ora attraversando una delicata fase di emergenza, con tanti infortuni e un organico ridotto all’osso.
Nonostante ne sia uscita sconfitta, la squadra domenica ha vinto un set in casa di Trento. Solo Macerata è stata capace di fare meglio quest’anno. Quali sono quindi le sue considerazioni sul match?
Abbiamo giocato sicuramente meglio rispetto alla partita di mercoledì contro San Giustino. Stiamo cercando di portare dei correttivi in alcune fasi del nostro gioco, ma il nostro organico è ancora veramente molto ridotto. In questo momento il problema non è la partita, quanto il fatto che sono due mesi che facciamo fatica a trovare un buon ritmo e soprattutto una buona qualità in fase di allenamento. Lentamente stiamo però iniziando a incrementare quella che è la nostra efficienza su alcune situazioni di gioco.
Possiamo quindi dire che si inizia a vedere la luce fuori dal tunnel?
Purtroppo non è semplice. Da dopo la partita che abbiamo giocato in casa con Modena ne sono venute fuori un po’ di tutti i colori. Adesso arriverà questo nuovo giocatore, Cupkovic, che credo ci darà una grossa mano. E poi fortunatamente stiamo recuperando Cisolla. Insomma, già queste sono due cose positive e credo che in queste sei settimane che ci rimangono alla fine della regular season avremo la possibilità di incrementare la nostra qualità in allenamento e di conseguenza anche in gara.
Proprio per quanto riguarda Alberto Cisolla, a che punto è il suo recupero?
Alberto adesso sta ricominciando a lavorare in campo con noi, chiaramente non ancora nella fase di attacco perché per quello ci vorrà un altro pochino. Magari non con Modena, però già subito dopo con Treviso potrà probabilmente essere a disposizione della squadra. Certo bisognerà vedere come ritornerà in campo, ma già che un giocatore come lui possa tornare a darci una mano, magari entrare e risolvere qualche situazione importante, è un’ottima cosa.
Parliamo anche di questo nuovo acquisto, Kostantin Cupkovic. Cosa può dare di più a questa squadra e quando potremo vederlo in campo?
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Credo prestissimo. Non siamo in condizione di aspettare. Lui è un ottimo e giovane schiacciatore, che potrà darci una mano sia in attacco che alla battuta, ma aldilà di questo il problema è che siamo in pochi e quelli che ci sono stanno davvero dando il 200%. Non abbiamo mai la possibilità di inserire nuovi giocatori, di cambiare schemi, di far rifiatare qualcuno. È troppo tempo che stiamo andando avanti in questa situazione e questo ti logora. Non sono le sconfitte a logorarti, ma il fatto che in allenamento sono sempre gli stessi e sempre da quelli deve passare la qualità dell’allenamento e del gioco.
Sabato arriveranno i campioni d’Italia di Cuneo, che ultimamente sta dando l’impressione di essere persino più in forma di Trento.
Devo dire che nelle partite del girone di andata mi aveva impressionato di più Cuneo, ma alla luce del match di domenica ho trovato Trento davvero in forma. Aldilà del fatto che ha perso un set con noi, li ho visti fisicamente davvero notevoli, cosa che mi aveva impressionato di più in Cuneo all’andata. Sono due squadre che adesso stanno attraversando momenti un pochino diversi. Cuneo sta facendo ruotare dei giocatori perché ha qualche problematica con qualche titolare e si sta preparando per la fase finale di Coppa. Non so in che condizione arriveranno sabato, ma è comunque una squadra completa e aldilà di chi giochi non cambia molto l’equilibrio tattico.
Come state preparando tatticamente il match?
In realtà sono partite anche abbastanza semplici da inquadrare, nel senso che non è che devi stare tanto a pensare all’avversario. Più che altro dobbiamo pensare a crescere noi, a sfruttare questa partita per sistemare alcune situazioni di gioco, proprio perché non abbiamo la possibilità di fare tanto in allenamento. Se poi riusciamo a fare come con Trento, cioè a limitare molto gli errori, può diventare allora anche una partita un po’ aperta.
Non si può certo dire che però il movimento non risenta della crisi economica. Giorni fa la Benetton ha abbandonato le proprie squadre sia nel basket che nel volley. Come hai vissuto questa notizia?
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Per lo sport italiano non è un bene che un imprenditore come Benetton, che ha investito decenni nello sport professionistico, abbia avuto l’idea di lasciare. Questo vuol dire che bisogna dare una mano agli imprenditori che vogliono entrare nello sport. C’è questa legge sugli stadi che bisognerebbe mandare quanto prima in Parlamento e l’Italia dovrebbe adeguarsi alle tante normative che già sono presenti in molti paesi della Comunità Europea. Lo sport non può essere visto solo come l’imprenditore che arriva, tira fuori i soldi, e allora hai la squadra. Non è così, bisogna dare la possibilità all’imprenditore di costruire una società così come si costruisce un’azienda. La legge sugli stadi a cui si sta pensando è importante perché crea un indotto attraverso il quale si riuscirebbe comunque a nutrire una società.
Per quanto riguarda il futuro della M.Roma, si insisterà sui giovani che sono già in squadra o si punterà soprattutto su qualche acquisto di peso e di esperienza?
Sono arrivato qui l’anno scorso e con Mezzaroma si è sempre parlato di avere una squadra con all’interno dei giovani talenti da far crescere, così da riuscire ad avere in futuro un organico molto forte con dei giocatori che avranno fatto l’esperienza giusta e che saranno maturati coi tempi giusti, senza per forza dover andare a pescare giocatori fuori per dover vincere a ogni costo. Io credo sia un progetto bellissimo e lo stiamo portando avanti molto bene, e se in futuro riusciremo a vincere perché abbiamo cresciuto dei giovani talenti con delle mentalità giuste, allora il nostro progetto potrebbe diventare anche un ottimo esempio per tutto il movimento italiano. Il prossimo anno ci sarà la Final Four di Coppa Italia a Roma e noi vogliamo esserci. Certo devi costruire una squadra adeguata, ma quello che ci hanno fatto vedere i nostri giovani quest’anno credo sia estremamente interessante e non sarà necessario per raggiungere questo obiettivo stravolgere un progetto che è davvero bello ed entusiasmante.
E invece per la fase finale di questo campionato, quali sono ormai diventati gli obiettivi?
Il problema è questo. Da dopo Modena abbiamo giocato 12 partite e ne abbiamo vinte 2, in una situazione di emergenza in cui comunque abbiamo mancato per pochissimo la qualificazione ai quarti di Coppa Italia e in cui avevamo portato la squadra ad avere una delle migliori recezioni, una delle miglior battute, con giocatori che individualmente erano al top delle classifiche di rendimento.
Adesso lavoriamo con pochi giocatori e abbiamo pagato dazio, però siamo ancora lì, nel senso che i punti delle squadre che sono avanti a noi non sono tanti. È vero che abbiamo ancora un filotto di partite importanti, ma abbiamo ancora delle risorse da spendere. Sappiamo che stiamo crescendo e che giocandoci bene le nostre carte possiamo fare un fine-campionato interessante. Dipende da come giochiamo non tanto questa partita, quanto le prossime, con Modena e con Treviso e Macerata in casa.
(Diego Scerrati)