Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano aveva avvertito durante il discorso celebrativo della Festa del Lavoro al Quirinale:« La rinuncia a sforzi pazienti di ritessitura quando si producano lacerazioni e diventino indispensabili dei ripensamenti, può portare solo al peggio». La spaccatura tra Cgil e Cisl è ormai netta, anche durante la giornata del 1° maggio, Festa del Lavoro, ultimamente accentuata dalla vicenda dei rinnovi dei contratti degli stabilimenti Fiat di Pomigliano D’Arco e Mirafiori. A Torino vengono contestati i rappresentanti Cisl durante il corteo, con annesso lancio di uova. Dalla Sicilia parla Susanna Camusso, segretario generale Cisl, che ammette l’esistenza della spaccatura tra i sindacati ma, dice, oggi è la festa di tutti i lavoratori ed è sbagliato attribuirla ad una o a un’altra sigla. Luigi Angeletti, segretario generale Uil, risponde affermando che l’unità dei sindacati è utile, ma non è il fine. La divisione c’è e si vede, eppure sono proprio le parole del presidente Napolitano il terreno comune su cui trovarsi d’accordo: il Capo dello Stato, all’indomani degli inquietanti dati Istat, aveva parlato di una disoccupazione preoccupante nel nostro paese, richiamando i sindacati alla coesione.
Afferma la Camusso: “ Dalle parole del capo dello Stato è arrivato un appello fondamentale: il problema oggi è la creazione di lavoro e contrastare la disoccupazione crescente”. Anche Angeletti dichiara: “Bisogna accogliere in modo positivo l’appello di Napolitano”.