Pochi giorni fa il Tar del Lazio, accogliendo il ricorso del Mdc (Movimento in difesa del cittadino), aveva stabilito che entro oggi, venerdì 16 novembre, il presidente dimissionario Renata Polverini avrebbe dovuto indire i comizi elettorali. Il Consiglio di Stato ha però sospeso la sentenza, quindi il voto nel Lazio torna ad essere un’incognita. La corte, con decreto monocratico, ha infatti accolto la richiesta di sospensiva avanzata dalla Polverini nel ricorso contro la sentenza di primo grado, stabilendo che la data del voto dovrà avvenire a seguito di un provvedimento del Consiglio di Stato “dotato di stabilità”, quindi dopo la camera di consiglio del 27 novembre. “Nelle more della decisione collegiale della domanda cautelare, – si legge nel provvedimento di sospensione – la necessaria esecuzione della sentenza impugnata da parte della Presidente della Regione ovvero del commissario ad acta in via sostitutiva arrecherebbe all’appellante Regione un pregiudizio di estrema gravità quanto ai termini per l’esercizio del potere di indizione delle elezioni e ai contenuti che il provvedimento potrebbe avere”. Ricorre quindi “un caso di estrema gravità e urgenza, in relazione al fine di evitare che la pronuncia collegiale sulla domanda cautelare intervenga quando le situazioni soggettive dedotte in giudizio sono state pregiudicate ed anche all’esigenza che il procedimento elettorale abbia inizio con un provvedimento dotato di stabilità”. Il Consiglio di Stato ha fissato per il 27 novembre prossimo la camera di consiglio per discutere il ricorso presentato dalla governatrice del Lazio contro la sentenza del Tar, sospesa in via cautelativa. Pochi giorni fa, infatti, la stessa Polverini aveva annunciato il ricorso: “Ancora non ho avuto il testo della sentenza, ma di certo il Tar non può annullare il Natale. – aveva detto dopo esser venuta a conoscenza della decisione iniziale del Tar – E le assicuro che se c’è una persona che vuole andare a votare, quella sono io. Non ne posso più, questa esperienza mi ha distrutto. Non vedo l’ora di togliermi di torno”.
“C’è qualcosa che non quadra – aveva poi aggiunto – i miei avvocati stanno studiando la sentenza. Non abbiamo capito se entro 5 giorni devi decidere quando votare, o se entro 5 giorni devi indire le elezioni”. Quanto stabilito dal Tar, si era detta convinta la Polverini, “appare in palese contraddizione con le recenti sentenze sulla stessa materia. E io, come garante di un’istituzione, di un organismo legislativo, quindi non posso non fare nulla. Devo difendere la legislazione regionale. Non posso mica arrendermi: ogni volta che il Tar ci ha dato torto, il Consiglio di Stato poi ci ha dato ragione”.