Poche settimane fa (il 25 ottobre) abbiamo ricordato le celebrazioni scaligere per i settant’anni d’età compiuti il 16 novembre da Daniel Barenboim. Ma il simpatico Daniel tiene ancora di più ai sui sessant’anni tutti suonati, che, a livello internazionale (era già un enfant prodige nella natia argentina) iniziarono a Roma: il 20 dicembre del 1952 al Teatro Eliseo dove esordì nella Stagione dell’Accademia Filarmonica Romana. E sebbene avesse solo dieci anni, Barenboim era già stato notato dai più grandi direttore e pianisti dell’epoca come Claudio Arrau e Edwin Fisher che lo consideravano “una meravigliosa fusione di genialità musicale e di tecnica, un talento che si manterrà tale perché lontano dal suo pianoforte Daniel è un ragazzo semplice”. Un altro episodio significativo lega Roma a Daniel Barenboim: nel 1956 consegue il diploma dei corsi di perfezionamento di pianoforte all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, ha 14 anni ed è il più giovane ad ottenere questo prestigioso riconoscimento con borsa di studio nella storia dell’istituzione.
Per l’occasione della ricorrenza dei “sessanta anni suonati”, Barenboim interrompe per qualche giorno le repliche del Lohengin alla Scala. Il 10 dicembre al Parco della Musica gli stato conferito il Premio Paolo Ungari dalla Lega Italiana per i Diritti Umani per le sue attività per la pace in Medio Oriente, di cui sessanta di carriera. Si siederà al pianoforte di Santa Cecilia giovedì 13 dicembre (ore 20.30 Sala Santa Cecilia, Auditorium Parco della Musica) per interpretare il Concerto n. 27 in si bem. magg. K 595 di Mozart e il Concerto n. 1 in mi min. op. 11 di Chopin. E a festeggiarlo saranno l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e Antonio Pappano del quale Barenboim è stato mentore e che dirigerà il concerto. Al concerto seguirà una cena di gala. È Pappano stesso a raccontare il suo felice incontro con il Maestro: “Andai a Berlino, perché ero venuto a sapere che avrebbe fatto delle audizioni con cantanti e quindi presi un appuntamento per accompagnare un soprano wagneriano. Iniziai a esercitarmi al pianoforte e Barenboim, che era in sala, chiamò un assistente e gli disse: “Non so come andrà l’audizione del soprano, ma questo ragazzo lo voglio con me a Bayreuth! E determinante è stato anche il mio approccio con la musica di Wagner proprio per l’esperienza maturata con lui”.
Direttore musicale dell’Opera di Stato di Berlino e del Teatro alla Scala, le cariche che Daniel Barenboim ricopre attualmente sono soltanto le tappe più recenti di una luminosa carriera internazionale che lo ha visto per quindici anni direttore musicale della Chicago Symphony Orchestra, direttore principale a vita della Staatskapelle di Berlino, fondatore della West Eastern Divan Orchestra, nonché ospite fisso dei Berliner e dei Wiener Philharmoniker. Nel 2009 ha diretto il prestigioso Concerto di Capodanno di Vienna.
A Milano, in occasione dei 70 anni, Barenboim ha indossato i panni a lui consueti del pianista, per un ciclo di concerti per pianoforte e orchestra alla Scala di Milano, tenuti dal 25 ottobre al 7 novembre. Un evento che ha visto quattro grandi artisti insieme, uniti dal comune modo di sentire la musica: oltre a Barenboim, Claudio Abbado, che è tornato nel teatro milanese dopo 26 anni di assenza.