SOS EDILIZIA/ Sannino (Feneal Uil): persi nel Lazio 7mila posti e molti più infortuni sul lavoro

- int. Francesco Sannino

Il 2011 dell'edilizia romana fa registrare 7.500 posti di lavoro in meno e una compravendita di abitazioni diminuita in sei anni del 17,5%. Ne parliamo con FRANCESCO SANNINO

operai_r400 Foto: InfoPhoto

Nel 2011 edilizia romana a picco. A lanciare l’allarme sono i sindacati, i costruttori e le associazioni imprenditoriali, che dati alla mano parlano di 7.500 posti di lavoro in meno e una compravendita di abitazioni diminuita in sei anni del 17,5%. Della crisi dell’edilizia romana si è parlato nel corso di un tavolo congiunto presso la Camera di Commercio della capitale, dove si è arrivati a conclusioni realmente allarmanti: dal 2010 al 2011, nella sola provincia di Roma, è stata registrata una flessione del 30% delle ore lavorate e del 9% per quanto riguarda le imprese presenti sul mercato. Inoltre, sempre nello stesso arco di tempo, si è passati dalla costruzione di 4,9 milioni di metri cubi a 4,3 milioni, e per il 2012 è previsto un ulteriore peggioramento. IlSussidiario.net ha parlato con Francesco Sannino, Segretario generale Feneal Uil di Roma e Lazio, il sindacato di categoria dei lavoratori che operano in imprese impegnate nel settore dell’edilizia, secondo cui «stiamo parlando di numeri terrificanti, che mostrano una lunga crisi, che va avanti almeno dal 2009 e attraverso cui ancora non vediamo uno spiraglio».

Solo nel Lazio sono oltre 7 mila i posti di lavoro in meno…

Abbiamo perso tantissimi addetti, tutti regolari, e molti di questi vengono poi recuperati dal lavoro nero. Quindi, anziché avere un rapporto di lavoro regolare come quello che c’era fino a poco tempo fa, una parte importante di questi lavoratori si è dovuta adattare accettando un impiego irregolare. A livello regionale abbiamo perso oltre 7 mila posti di lavoro in un solo anno, ma la maggior parte incide su Roma, dove dall’inizio della crisi ad oggi sono circa 17 mila i lavoratori che sono usciti dal settore.

Cosa avete chiesto come sindacato?

Abbiamo chiesto l’apertura di un tavolo istituzionale, perché fino ad ora nessuno ci ha ascoltato. Abbiamo tentato e ritentato nel corso dei mesi di sottolineare il problema della crisi che sta investendo l’edilizia, ma nessuno fino ad oggi è riuscito ad ascoltarci. Adesso vogliamo assolutamente farci sentire dalle istituzioni e chiedere tutti insieme, sindacati e associazioni imprenditoriali, un incontro urgente con Comune, Regione e Provincia di Roma per costruire un tavolo sulla crisi e sulle emergenze del settore dell’edilizia. Dobbiamo innanzitutto liberare tutte quelle risorse che, anche se poche, pur essendo disponibili sono ancora ferme per motivi burocratici.

Altrimenti cosa si rischia?

Rischiamo di perdere tantissimi lavoratori che nel corso di questi anni hanno acquisito una importante professionalità in cantiere, e su cui il settore ha investito tanto con risorse proprie attraverso la bilateralità di settore. C’è poi la questione della sicurezza, un altro aspetto drammatico che si lega indissolubilmente a quello della crisi, ma anche al tema del lavoro nero e di quello grigio. Rischiamo che, quando assisteremo ad una ripresa, questi lavoratori che hanno lasciato il settore ritrovino altre collocazioni in cui dovranno ripartire da zero, e su cui le imprese dovranno reinvestire per la formazione.

Cosa può dirci del problema riguardante la sicurezza sul lavoro?

Anche su questo tema manca una interlocuzione importante, e come su quello del lavoro troviamo da parte di ogni istituzione un vero e proprio muro che non riusciamo ad attraversare. La bilateralità di settore ha addirittura anticipato le risorse per organizzare i corsi di formazione sulla sicurezza, che ancora la Regione non ha ancora riconosciuto. Parlando di cifre importanti, circa 1 milione e 300 mila euro.

Secondo lei gli infortuni del lavoro sono davvero in calo come si dice?

Sentiamo parlare di dati che annunciano un decremento degli infortuni, ma non è così. Se prendiamo come riferimento il calo indicato dall’Inail, cioè una riduzione del 10% degli infortuni, e lo confrontiamo con quello degli addetti che hanno perso il posto di lavoro, che è dell11%, capiamo che se sono diminuiti gli infortuni in questo settore è solo perché è diminuito il lavoro, e non perché siamo più attenti. Anzi, in una situazione di crisi come questa, i primi costi che normalmente vengono tagliati purtroppo sono proprio quelli che riguardano la sicurezza. Non a caso, andando a vedere altri dati Inail riguardanti gli infortuni nelle città, Roma si trova al terzultimo posto, mentre la Regione Lazio risulta addirittura ultima in questa brutta classifica.    

 

(Claudio Perlini)





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