Una crisi economica durissima e l’avvicinarsi del pagamento Imu che si preannuncia sempre più salato spingono tantissimi anziani a rinunciare alla propria casa o almeno al diritto di proprietà su di essa. In un tutta Italia, nei primi mesi del 2012, è stato registrato un vero boom di vendite di immobili in nuda proprietà, in particolare tra gli over 65, con un aumento del 10% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Un fenomeno dilagante che vede già coinvolti oltre ottantamila anziani e che si sta verificando soprattutto nelle grandi città come Roma. E’ l’analisi sull’andamento del mercato immobiliare condotta dallo Spi-Cgil, il sindacato dei pensionati, a rivelare che il triste primato di vendite di immobili in nuda proprietà spetta proprio agli anziani del Lazio, con oltre il 40% dei casi totali. Il 36% è stato registrato solamente nella città di Roma, dove gli annunci di vendita con questa formula sono saliti nel 2011 a 8.700, quasi il triplo rispetto al 2008 quando invece erano solamente 2.300. Dopo il Lazio seguono la Lombardia con il 14%, la Toscana con il 12%, la Liguria con l’11%, il Piemonte con il 9% e l’Emilia-Romagna con il 5%. «Il fenomeno della nuda proprietà – denuncia lo Spi, il sindacato pensionati della Cgil – rappresenta il segno tangibile di una crisi che avanza sempre di più e che porta gli over 65enni a dover sacrificare la propria casa pur di avere una liquidità che gli possa garantire il proprio mantenimento a fronte di un potere d’acquisto delle pensioni drasticamente in calo e del costante aumento del costo della vita, dei servizi, dei prezzi e delle tariffe». «Altrettanto determinante nella decisione dell’anziano di vendere il proprio immobile in nuda proprietà è la possibilità di avere le risorse con le quali aiutare figli e nipoti alle prese con la crisi occupazionale o con le difficoltà ad accedere al mercato del lavoro», conclude il sindacato. IlSussidiario.net ha chiesto un commento ad Attilio Rimoldi, Segretario nazionale della Federazione nazionale pensionati, il sindacato dei pensionati e degli anziani della Cisl: «E’da tempo che teniamo sotto osservazione il fenomeno del ricorso alla vendita in nuda proprietà da parte degli anziani, la cui povertà è in netta crescita a causa dei tanti tagli e dell’introduzione di nuove tasse che abbiamo registrato negli ultimi mesi. Gli anziani, oltre ad aiutare i propri figli che magari sono in difficoltà economiche per disoccupazione o cassa integrazione, sono quindi costretti a rinunciare anche a un patrimonio importante come quello immobiliare che in molti casi è frutto di anni di sacrifici».
Questo accade, spiega Rimoldi, in particolare nel momento in cui insorge la non autosufficienza «che non è tutelata in alcun modo: i tagli operati nel settore sociale stanno realmente portando tantissime famiglie alla disperazione, sia nel caso in cui la persona anziana venga assistita in casa, sia che si trovi ricoverata in Rsa (Residenze sanitarie assistenziali ndr)». E’ inevitabile dunque che si cerchi di far fronte a queste difficoltà utilizzando le risorse immobiliari che si posseggono: «La nostra principale preoccupazione – conclude Rimoldi – è che questo fenomeno possa generare una povertà non solo agli anziani di oggi, ma anche alle generazioni future: in molti casi le proprietà immobiliari rappresentano una importante risorsa per molti componenti di una famiglia, che siano i figli o i nipoti. Se questa risorsa viene ceduta per la necessità di un aiuto immediato, non si fa altro che impoverire anche le famiglie future».
(Claudio Perlini)