“L’annuncio delle proprie dimissioni dato da Benedetto XVI, pur nella sorpresa che ha colto la quasi totale universalità, è conforme allo spirito del personaggio. E’ stato un Papa che ha sempre preso decisioni meditate e coraggiose, esattamente come meditate e audaci sono state spesso le parole che ha detto in discorsi importanti che resteranno nella storia”. Sandro Magister, vaticanista de L’Espresso, commenta così per ilsussidiario.net le dimissioni di Papa Benedetto XVI. “Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte a esercitare in modo adeguato il ministero petrino”, le parole pronunciate ieri da Joseph Ratzinger.
In che senso le dimissioni di ieri sono conformi allo spirito di Benedetto XVI?
Annunciando le sue dimissioni, Ratzinger ha consapevolmente modificato la figura dei Papi che verranno. Da qui in avanti non ci saranno più dei Papi a vita in modo obbligato, ma dei Pontefici che avranno una carica limitata al periodo nel quale loro si sentiranno nella capacità di esercitare questa funzione. Da questo punto di vista Benedetto XVI ha introdotto un profondo cambiamento, perché le dimissioni di Papi che si ricordano nella storia, sia pure lontanissime, non sono mai state di questo tipo.
Quindi si tratta di un evento in qualche modo unico?
Sì, in quanto le dimissioni di un Papa non sono mai concise finora con una figura nel pieno dell’esercizio delle sue funzioni, non in condizioni di salute particolarmente deteriorate, ma che consapevolmente abbia accettato di ritirarsi. E’ una scelta che colloca Benedetto XVI in uno spazio nuovo. Quando ha accettato l’elezione a Pontefice, si è definito “umile lavoratore nella vigna del Signore”, e ora con la stessa serenità e risolutezza ha deciso che la sua giornata di lavoro nella vigna del Signore era terminata.
Quali sono state le vere motivazioni che lo hanno portato al ritiro?
Sono esattamente quelle che ha espresso nella dichiarazione di questa mattina. A mio giudizio non ce ne sono altre oltre a quelle. Quindi semplicemente l’indebolimento delle forze in un ruolo che lui ritiene che debba essere gestito e affrontato nel pieno delle forze del corpo e dell’anima.
Che cosa accadrà ora alla Chiesa dopo le sue dimissioni?
Accadrà quello che avviene ogni volta che si crea un nuovo Papa. Le procedure saranno identiche, oltre che doverosamente rapide, e quindi prima di Pasqua avremo sicuramente un nuovo Papa. La novità sarà vedere come convivranno il Papa in carica e quello che si è dimesso. Non ci dovrà sorprendere la discrezione che sicuramente uno Joseph Ratzinger non più Papa continuerà a mantenere come ha sempre saputo fare, con la misura che lo caratterizza e che ha dimostrato nel corso del Pontificato.
Ratzinger ultimamente stava affrontando un momento particolarmente faticoso e difficile?
L’attività di Papa è sempre faticosa e impegnativa. La sorpresa piuttosto non è consistita nell’annuncio delle sue dimissioni, ma nel fatto che queste ultime sono state anticipate rispetto alle previsioni che si potevano avere. Effettivamente Ratzinger aveva già parlato dell’ipotesi delle dimissioni di un Papa, lo aveva fatto anche nel corso di un libro intervista uscito un anno e mezzo fa.
Quindi non è del tutto una sorpresa?
Benedetto XVI aveva parlato delle dimissioni del Papa, non negando che quelle considerazioni potevano anche riferirsi a se stesso. La sorpresa è stata nella rapidità con cui ha preso questa decisione, prima ancora di quanto si potesse aspettare, quando ancora era ed è discretamente in forze e non è minato da nessuna malattia particolare. La sorpresa è stata l’anticipazione di una decisione che ipoteticamente era nel novero delle previsioni.
Le ultime nomine di Ratzinger sono state dettate dalla volontà di lasciare un’eredità?
Non penso che le sue ultime decisioni siano state indirizzate in quest’ottica. Nel nominare i cardinali, Ratzinger si è avvalso della sua discrezionalità ed effettivamente la gran parte dei cardinali nominati si pone nel solco da lui aperto. Quindi dovrebbero assicurare una certa continuità, ma non credo che le nomine siano state dettate da una sua considerazione di predisporre una successione.
(Pietro Vernizzi)