Andrea, transessuale colombiano di 28 anni, una settimana fa aveva raccontato alle telecamere del Redattore Sociale la sua vita da senza tetto a Stazione Termini di Roma: “La mia casa è Termini, dormo qui da quattro anni. La notte ho paura che qualcuno mi metta le mani addosso. A Ostia un ragazzo mi ha picchiata. Sono stata sette mesi in coma”. Lunedì scorso il suo corpo è stato trovato nascosto in un cantiere al binario 10 della stazione. Andrea è stato ucciso, massacrato di botte e poi abbandonato. La polizia sta indagando per identificare chi ha assassinato il sudamericano.Andrea aveva lasciato in Colombia la sua famiglia, nella speranza di fare fortuna in Italia. Ma Roma il ragazzo è stato più volte aggredito per rapina (gli hanno rubato anche il passaporto e il cellulare): aveva un braccio paralizzato e una gamba malmessa dopo l’aggressione a Ostia. Secondo il suo racconto passava gran parte della giornata sotto le pensiline, poi zoppicando andava al capolinea del 714 per prendere l’autobus che la portava alla mensa della Caritas a Colle Oppio. Andrea non si fidava più di nessuno ma aveva ancora un sogno: “Vorrei incontrare un ragazzo con tanti soldi che mi faccia lasciare questa vita così brutta”.