Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, e il primo cittadino di San Francisco, Edwin Lee, hanno deciso di avviare un gemellaggio sui Gay Pride. “Questa iniziativa offre l’opportunità di ribadire una volta di più l’importanza del riconoscimento dei diritti e della libertà di amare, un diritto che è proprio di tutte le comunità moderne – spiega il sindaco della capitale – Credo che abbia un alto valore simbolico, considerando che la città di San Francisco ha ospitato uno dei primi e maggiori esponenti del movimento gay, Harvey Milk”. Troppe volte negli ultimi anni, ha aggiunto, “la città di Roma è stata teatro di aggressioni omofobe e di altri gravissimi episodi di discriminazione fenomeni inaccettabili, che una comunità forte e unita deve saper respingere con decisione a cominciare dalle sue istituzioni. Roma deve, invece, diventare ogni giorno di più la capitale dell’accoglienza e dell’uguaglianza, in cui nessuno possa mai più sentirsi offeso, né marginalizzato”. Intanto con una nota la presidente di ArciLesbica Roma, Lucia Caponerie, scrive: “Oggi Roma fa un altro passo avanti. Con il gemellaggio con San Francisco sul Pride voluto dal sindaco Ignazio Marino, la Capitale d’Italia torna a presentarsi al mondo come una città accogliente per le persone lesbiche, gay e trans. Non è una cosa di poco conto: significa recuperare attenzione, mercato turistico e insegna una cosa: i diritti sono una cosa concreta e fondamentale, anche per il rilancio di Roma e dell’Italia”. Soddisfatta anche l’Arcigay che commenta: “Da San Francisco il sindaco Ignazio Marino annuncia un’ottima notizia, quella del gemellaggio tra Roma e la città californiana sul tema dei diritti gay. Un’alleanza che passa per i due Pride e che permetterà alla manifestazione della Capitale di essere sempre più un grande appuntamento mondiale. È un messaggio fortissimo a tutta l’Italia, ci auguriamo che dopo questa alleanza ci possa essere un gemellaggio tra il premier Matteo Renzi e il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama sulla promozione del matrimonio gay”. (Serena Marotta)