Il Policlinico Gemelli di Roma continuerà a praticare la fecondazione omologa ma ha detto no alla eterologa. Restano altri 20 centri nel Lazio, dove la fecondazione sarà garantita dietro pagamento di un ticket, ancora da stabilire. A Roma gli altri centri dove le coppie potranno effettuare la prestazione sono: San Camillo, San Filippo Neri, Pertini, Sant’Anna e Umberto I, a cui va aggiunto il Santa Maria Goretti di Latina. Le regioni stanno cercando di adottare delle linee guida condivise per evitare pendolarismi: in Emilia Romagna, per esempio, la fecondazione eterologa è gratis, in Toscana, che è stata la prima al dare il via all’eterologa, si paga un ticket, mentre in Lombardia è a pagamento. Ieri, nel corso della riunione della giunta regionale presieduta da Nicola Zingaretti, sono state approvate le linee guida e tra i centri in regola era stato inserito anche il Gemelli, che, tuttavia, aveva già presentato una richiesta alla Regione per effettuare solo l’omologa” intrauterina. Il motivo? Lo spiega il direttore dell’Istituto di Bioetica dell’Università Cattolica Antonio Spagnolo: “La fecondazione eterologa – ha chiarito- a causa dell’anonimato va contro il diritto del nascituro a conoscere i propri genitori biologici. E dalla prospettiva della coppia la genitorialità risulta frammentata” perchè “il bambino non nasce come frutto dell’amore tra due persone ma perchè un gruppo di medici riceve dei gameti e li mette insieme”. (Serena Marotta)