Hanno annunciato ricorso al Tar. Sono i genitori, decisamente scontenti della decisione presa dal coordinamento insegnanti della scuola dell’infanzia Ferrini nel quartiere Trieste di Roma. Quale decisione? Quella di “abolire” la festa del papà per non offendere un bambino rimasto recentemente orfano del papà. Dunque nessun lavoretto, nessun bigliettino, come si usa da sempre, disegnato e preparato dai piccoli da portare a casa al proprio papà. I genitori lamentano di non essere stati avvertiti, l’assessore alla scuola Paolo Masini dice che i genitori fanno ideologia: “Incontrerò i genitori e gli spiegherò che la scelta del consiglio dei docenti di annullare la festa è stata fatta per rispettare un bambino che ha perso da poco il papà” ha detto. Una decisione, questa, che risale addirittura allo scorso 14 ottobre, ma in realtà le maestre l’hanno presa, pare, perché “le famiglie oggi sono oggetto di troppi cambiamenti”. Il dirigente del complesso statale spiega che la festa del papà non è una solennità civile o religiosa, ma solo una consuetudine, dunque i genitori non possono sperare che il Tar accolga la loro richiesta. Ma i genitori lanciano un altro sospetto e che cioè si sia deciso di abolire la festa per far passare idee degne della teoria gender. “La decisione della scuola è figlia di quella cultura che vorrebbe eliminare le parole mamma e papà e arrivare a genitore 1 e genitore 2 verso cui è opportuno mettere in campo una controffensiva per evitare di snaturare le nostre radici e la nostra cultura” ha commentato la deputata Saltamartini che intende presentare una interrogazione parlamentare al ministro dell’istruzione.