Se non stai zitta ti uccido: sono state queste le parole con cui Giuseppe Franco, arrestato ieri, ha minacciato la ragazzina quindicenne dopo averla stuprata. “Ripeteva che se avessi urlato o mi fossi mossa mi avrebbe fatto del male e poi lo avrebbe fatto anche alle mie amiche” racconta oggi la ragazzina. Ha anche cercato di scappare, ma lui l’ha presa e l’ha gettata a terra. Lei piccola e indifesa, lui robusto e palestrato. L’uomo, 31 anni, militare della marina militare doveva imbarcarsi ieri a La Spezia per una nuova missione, adesso è in carcere, la vittima lo ha riconosciuto. E ci si domanda se l’uomo abbia compiuto in passato altre violenze, non sarebbe impossibile dato che quello dell’altra sera a Roma non è stato un raptus, ma un piano diabolicamente studiato. Mentre girava in bicicletta ha adocchiato tre ragazzine che aspettavano l’autobus, erano andate a vedere i fuochi di artificio della festa di Pietro e Paolo. Si è avvicinato, ha mostrato i suoi documenti da militare fingendo di essere un poliziotto che le aveva sorprese a bere birra per strada e ha chiesto alla quindicenne di seguirlo in commissariato. Lei, spaventata, ha obbedito. Lui l’ha portata nei giardinetti lì vicino e l’ha stuprata, minacciandola di stare zitta. Le amiche hanno capito troppo tardi cosa stava succedendo. Ma il militare ha fatto un errore, ha lasciato la bicicletta sul posto. A notte fonda il fratello è andata a recuperarla e la polizia lo ha incastrato. Adesso restano la vita rovinata di una bambina e l’angoscia della famiglia che la ospitava a Roma per qualche giorno di vacanza e che le aveva permesso di andare a vedere i fuochi di artificio. Ma a Roma, evidentemente, le ragazze non possono andare in giro di sera da sole.