Ormai sono alle porte le Primarie di Roma 2016. Da queste potrebbero arrivare delle interessanti indicazioni su chi sarà il nuovo Sindaco della capitale dopo la chiusura del capitolo Ignazio Marino. Il parlamentare di Ala Ignazio Abrignani ha parlato come riporta Askanews sottolienando alcuni particolari che non erano noti: “Leggo su un quotidiano dei virgolettati che non mi appartengono. Il mio ragionamento è stato diverso. Stimo l’onorevole Giachetti anche per alcune passioni comuni. Lo riterrei un ottimo candidato per la città in cui vivo. Per cui se fossi un elettore del Pd domenica avrei votato per lui. Nè io, nè i miei amici siamo iscritti al Pd. Non abbiamo intenzione di partecipare a questa battaglia. L’unica cosa che ritengo di fare è dare un in bocca al lupo a tutti“.
A quattro giorni dall’inizio delle Primarie Pd a Roma 2016, il Centrosinistra romano si ritrova riunito oggi nella sede del Nazareno del Partito Democratico con un confronto tra i sei candidati sindaco in corsa per la poltrona del Campidoglio. Alle 15, con collegamento anche in diretta streaming video dal sito del Pd, si ritrova l’intero partito, i promotori delle primarie e appunto in sei candidati: Roberto Giachetti, Roberto Morassut, Stefano Pedica, Chiara Ferraro, Gianfranco Mascia, Domenico Rossi. Si parlerà degli ultimi dettagli dei programmi, delle varie decisioni da prendere qualora fossero eletti come candidati sindaco capitolino e molto altro ancora. Infatti c’è da sciogliere il nodo Verdini, con il presunto endorsement per Giachetti che cercherà di “difendersi” dall’attacco degli altri candidati. E poi ancora, la querelle sulla mancata decisione di estendere anche a sabato le votazioni per le Primarie romane e la leadership del Commissario Pd a Roma, Matteo Orfini, messa in crisi negli scorsi giorni dagli attacchi di Morassut (“l’apparato del partito ha scegli Giachetti, Roberto deve ribellarsi a questa cosa“).
La campagna elettorale per le primarie Pd a Roma si sta esaurendo, ancora pochi giorni e sapremo, dopo domenica 6 marzo, chi sarà il candidato unico sindaco per la Capitale tra le file del centrosinistra. Continuano le ultime punzecchiature che tengono vivo un dibattito che di per sé, risulta ancora troppo deficitario per una città con così tanti problemi attivi anche ora. Ebbene, sprazzi di politica nazionale arrivano anche nella Capitale con il rebus Verdini che agita sempre di più il Partito Democratico. Stando a indiscrezioni sempre più forti su agenzie e quotidiani negli ultimi giorni, il senatore ex braccio destro di Berlusconi e ora molto vicino all’ala renziana del Pd, proprio con “Ala” il suo movimento con una quindicina di senatori, starebbe sostenendo Giachetti nelle primarie romane (il candidato certamente più vicino a Renzi che ci sia in corsa) e promuoverebbe anche Sala a Milano. La cosa ovviamente non va giù alla maggior parte del partito, non solo la minoranza dem di Speranza e Bersani: e allora è dovuto intervenire il Presidente Pd nonché Commissario del partito romano, Matteo Orfini. “Se davvero Verdini ha voglia di primarie, convinca la destra a organizzarle. Le nostro sono off limits per chi non è di centrosinistra“, reazione piccata che prova a mettere distanza ufficiale tra il Pd e Verdini, distanza che però nei fatti è molto più esigua di quando non si voglia far pensare.
Meno 4 giorni alle Primarie Pd Roma 2016 con il centrosinistra chiamato a raccolta per eleggere il candidato sindaco da opporre alle altre forze politiche: sei candidati, una campagna elettorale schizofrenica e ristretta in poco tempo ha partorito una sfida dal risultato incerto, nonostante Roberto Giachetti dovrebbe godere del ruolo almeno alla vigilia di favorito numero 1. A Roma i vertici dem non fanno stime particolari, ma è chiaro che la vicenda si sta portando a discussione in queste ultime ore pre voto: l’obiettivo neanche tanto nascosto è quello di superare i 60mila che sono andati a Milano il 6-7 febbraio scorso. Considerando che Roma conta il doppio degli abitanti del capoluogo lombardo, si capisce perché i vertici del centrosinistra romano si attendono di superare quella quota. La conferma però dell’unica data domenica e non dell’estensione anche al sabato potrebbe causare qualche problema, con meno tempo ovviamente per votare. Per questo motivo forse i 60mila sarebbero visti e salutati come un grande successo, considerando tutti i problemi intercorsi nella Capitale. Rischio flop? Probabile visto che non se n’è parlato molto, pochi confronti in tv e sui giornali, ma non tutto è detto; “Saranno tanti, avremo sicuramente più votati che alle primarie di Salvini”, ha ironizzato Lorenzo Guerini, vice presidente del Pd.