Rondoni sulla felicità: per la scienza è anche cura. Ma può essere misurata? Il matematico Odifreddi afferma di sì, ma bisogna rinunciare al Pil
La felicità è considerato il fine, l’obiettivo da raggiungere e inseguiamo. Ma se fosse invece la “cura”? A dirlo è la scienza, che attribuisce alla serotonina, nota come ormone della felicità, anche un ruolo nella riabilitazione delle persone colpite da ictus. È quanto emerso da uno studio pubblicato sulla rivista Progress in Neurobiology a cui l’Italia ha collaborato tramite la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, l’Università di Pisa e il Cnr. In questa ricerca, spiega Rondoni sul Quotidiano Nazionale, è stata esaminata l’efficacia di un approccio combinato tra la riabilitazione robotica e la modulazione della serotonina su un modello di ischemia cerebrale nella corteccia motoria. Sara Conti, prima autrice dello studio, ha spiegato che è stato usato un modello transgenico che consente di attivare in maniera selettiva le cellule cerebrali che producono serotonina, somministrando un farmaco con iniezione. «L’attivazione della serotonina aumenta la plasticità cerebrale nelle aree vicine alla lesione, rendendole più recettive al rimodellamento delle connessioni che viene guidato dalla riabilitazione». Così i ricercatori hanno ottenuto un recupero delle capacità motorie. Non c’è solo un miglioramento del movimento, ma torna ad essere simile alle prestazioni prima dell’ictus.
SI PUÒ CALCOLARE LA FELICITÀ?
Ma pensare alla felicità come un problema oggettivo e fisico non vuol dire escludere che sia anche un problema soggettivo e mentale. Lo ha spiegato il matematico Piergiorgio Odifreddi, secondo cui i due approcci sono complementari, anche se appare più semplice cercare la felicità cambiando il mondo esterno anziché quello interno. Interessante è anche la riflessione che fa sulle colonne del Quotidiano Nazionale riguardo l’atteggiamento dell’Occidente, che in quanto capitalista e materialista, oltre che individualista, non riesce a perseguire la felicità. Il problema è evidentemente legato anche alla concezione che si ha della felicità, al significato che le si attribuisce. Odifreddi, infatti, ha citato Bhutan e Uruguay in cui il concetto di Pil (prodotto interno lordo) non può basarsi solo sulla produzione dei beni, ma deve essere sostituito dalla Fil (felicità interna lorda), un calcolo di diversi indicatori economici, come mortalità media, livelli di educazione, occupazione e benessere della popolazione.
