Rosa Di Vaia, consigliere di Forza Italia del Municipio 5 di Milano, ha denunciato un’aggressione subita a Milano nella serata tra giovedì 29 e venerdì 30 luglio 2021 per mano di un cittadino presumibilmente di origine straniera. La donna, secondo quanto raccontato da lei stessa sulle colonne di “Libero”, si trovava all’interno del proprio autoveicolo in compagnia del marito, in via Montegani. Era seduta sul sedile riservato al passeggero accanto al guidatore e, poco dopo l’incrocio con via Neera, all’altezza del mercato comunale, si è verificato l’imprevisto.
All’improvviso, un uomo si è scaraventato sulla vettura, mentre in prossimità dell’impianto semaforico era presente un altro cittadino extracomunitario che ballava da solo. Un suo complice? Forse, chissà. “L’aggressore si è buttato dentro la macchina, addosso a me, e sembrava volermi trascinare fuori”, ha rivelato Di Vaia al quotidiano. “Ho reagito d’istinto, spingendolo fuori dall’auto, mentre mio marito mi teneva. Poi siamo ripartiti immediatamente, anche se c’era il semaforo rosso”.
ROSA DI VAIA: “AGGRESSIONI GRATUITE NELLA MILANO SICURA DI SALA”
Superato lo choc, Rosa Di Vaia si è lasciata andare a un lungo sfogo sul suo profilo Facebook, dove ha raccontato la disavventura vissuta in compagnia del suo consorte a seguito del gesto di “una bella risorsa che la Sinistra milanese tanto difende”. Immancabile, a quel punto, l’attacco all’attuale amministrazione: “A sentir parlare Beppe Sala e il vicesindaco Anna Scavuzzo, sembra quasi che viviamo in un’isola felice. A mio parere questa città è ormai al baratro visto quanto fatto, anzi quanto non fatto dalla giunta di Sala & company. Sala dice che Milano non è Gotham City, ma è anche vero ed evidente che lui non ha fatto ciò che un sindaco dovrebbe fare, né dovrebbe mai pensare di essere il Batman della situazione”.
L’esponente di Forza Italia ha chiesto quindi a chi legge il suo post di provare a pensare per un secondo a cosa sarebbe potuto accadere se, al posto suo e di suo marito, in macchina ci fossero stati due anziani o due giovani diciottenni. Ecco, dunque, che Di Vaia chiude ancora una volta con un’offensiva all’indirizzo del primo cittadino, dicendogli che, dopo essere stato condannato e dopo essere stato dichiarato colpevole e prescritto per scadenza di termini, “se solo avesse avuto un po’di amore per questa città, non avrebbe nemmeno immaginato la sua ricandidatura. Fossi in lei proverei solo vergogna, invece lei ha avuto la faccia tosta di ricandidarsi e di rivendicare ciò che ha fatto in questi anni. Sinceramente non ho ancora visto una sola cosa fatta in positivo per Milano in questo quinquennio, per cui non so di cosa realmente parli”.