Il caso Agata Scuto non è ancora chiuso, perché la condanna non è ancora definitiva, infatti Rosario Palermo ha fatto ricorso in appello contro l’ergastolo deciso dalla Corte d’Assise di Catania. Un cold case per otto anni, fino a quando una svolta nelle indagini ha spostato il mirino sul compagno della mamma della ragazza, che era scomparsa da Acireale nel 2012.
Sul processo di primo grado accende i riflettori “Un giorno in pretura” nella puntata di oggi, martedì 22 aprile 2025, trasmessa alle ore 21:20 su Rai 3, mentre in questi mesi è in corso quello d’appello.
OMICIDIO AGATA SCUTO, ROSARIO PALERMO CONDANNATO IN PRIMO GRADO
Per i giudici di Catania è lui il colpevole dell’omicidio della ragazza e dell’occultamento del cadavere. Dalle motivazioni della sentenza si evince che non ci sono prove dell’esistenza in vita d Agata Scuto, così pure del suicidio o di un allontanamento volontario, ma è ritenuta inverosimile anche l’ipotesi della fuitina, in quanto non è emerso alcun elemento in merito all’esistenza di un presunto ragazzo con cui Agata sarebbe scappata.
C’è invece un quadro probatorio che punta direttamente su Rosario Palermo, l’unica persona al di fuori della cerchia familiare che interagì con Agata Scuto il giorno della scomparsa. Una vicina ha testimoniato localizzandolo a casa della ragazza. A ciò si aggiungono vari tentativi di depistaggio, falsi alibi, la scomparsa di alcuni documenti medici della ragazza, avvistamento smentiti ma riferiti per far credere che fosse viva. Ma ci sono intercettazioni che lo incastrano, come quella in cui riferiva che Agata era stata strangolata e bruciata nelle campagne di Pachino.
DIFESA CONTESTA IL MOVENTE IN APPELLO
In merito al movente, i giudici in primo grado hanno concluso che Rosario Palermo aveva una relazione clandestina con la vittima e che era emersa una gravidanza scomoda. Quindi, avrebbe ucciso la figlia della compagna perché, se fosse emersa la gravidanza, la relazione con la mamma della vittima sarebbe finita, con tutte le conseguenze del caso per quanto riguarda la reazione dei conoscenti. Quindi, la tesi della Corte è che Rosario Palermo abbia ucciso Agata Scuto per tenere nascosta la gravidanza, continuare la relazione con la madre della ragazza ed evitare uno scandalo.
Ma dopo la condanna in primo grado, la difesa ha presentato ricorso e, infatti, è in corso il processo d’appello a Catania. Risale a febbraio la notizia della nuova perizia sull’ex patrigno della vittima, in quanto la difesa contesta che l’uomo potesse avere dei figli a causa di un problema alla proposta. La perizia, però, come precisato da Live Sicilia, non riguarda le condizioni attuali dell’imputato, ma se sia possibile stabilire se avesse questo problema nel 2012.