Continuano ad emergere dettagli sulla drammaticità della crisi scatenata dal coronavirus all’interno delle Rsa lombarde. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, già all’inizio del mese di marzo le case di cura stavano inviando delle richieste d’aiuto per richiedere innanzitutto materiale sanitario e mascherine, necessario per riuscire a fronteggiare il moltiplicarsi dei casi di covid-19 all’interno delle strutture. E a testimoniare il momento drammatico c’è uno scambio di e-mail con la protezione civile in cui le Rsa lamentano la mancanza di mascherine, sufficienti a soddisfare il bisogno solamente per 24 ore. “Si rende improcrastinabile un intervento immediato della Protezione civile e del Governo, le strutture stanno lavorando in condizioni difficilissime“, scrivono le Rsa al capo del Dipartimento della Protezione civile, Angelo Borrelli. Lo scambio risalirebbe al 5 marzo, quando ancora l’Italia non era zona rossa e la Protezione Civile non aveva ancora i mezzi sufficienti per controbattere alla pandemia, ritrovandosi costretta a rispondere con un laconico: “Stiamo facendo di tutto“.
L’ALLARME DELLE RSA NON ASCOLTATO DALLA PROTEZIONE CIVILE?
Le mail sono all’interno della memoria depositata ai pm di Milano dall’avvocato Stefano Toniolo della Fondazione Don Gnocchi, della quale sono stati indagati tre manager con le accuse omicidio colposo, epidemia colposa e violazione delle norme antinfortunistiche con il presidente della coop dei lavoratori per le morti da covid-19. Accuse dalle quali le Rsa vogliono smarcarsi dimostrando come le loro richieste d’aiuto siano rimaste sostanzialmente inevase: “Ci sono numerose realtà che hanno pazienti positivi o in attesa di tamponi che hanno quasi terminato le scorte e non hanno ricevuto nulla. Tutti contavano su forniture gestite a livello regionale ma oggi apprendiamo che, con assoluta sorpresa, l’Azienda regionale innovazione e acquisti non è in grado di fornire alcunché.” Nonostante le rassicurazioni da parte della Protezione civile sull’acquisto di mascherine e altri dpi entro pochi giorni, la situazione nelle Rsa è andata peggiorando fino a deflagare con il contagio massiccio degli operatori e del personale sanitario, che si è esteso inevitabilmente anche agli ospiti delle case di cura. Fatti che ora potrebbero mettere sotto accusa anche il Dipartimento della Protezione civile.