Dimezzato il flusso di gas dalla Russia verso l’Italia. Gazprom, colosso russo, ha annunciato che la richiesta giornaliera di gas da parte di Eni pari a circa 63 mln di metri cubi, sarà adempiuta solamente al 50%. Come rivela SkyTG24, nella giornata di ieri, a fronte delle richieste effettuate dalla compagnia italiana Eni, Gazprom aveva annunciato che avrebbe fornito solamente il 65% delle forniture. Il Governo però non si fa cogliere impreparato: sarebbe già pronto un piano d’emergenza sui rifornimenti di energia nel caso in cui il blocco russo continui.
Mosca ha ridotto i flussi di gas verso l’Italia già da mercoledì scorso. La motivazione ufficiale data dal Cremlino è stata che, a causa delle sanzioni, mancano pezzi di ricambio per la manutenzione dei gasdotti. Secondo Mario Draghi lo stop delle forniture avrebbe altre motivazioni. Il Presidente del Consiglio ha affermato di ritenere che le giustificazioni date dalla Russia “siano bugie: in realtà c’è un uso politico del gas, così come del grano”. Il Premier ha parlato mentre era in visita con Scholz e Macron a Kiev.
Il piano d’emergenza dell’Italia
Anche il Ministro della Transizione ecologica Cingolani ha parlato della decisione della Russia, spiegando che: “Potrebbe essere una piccola rappresaglia”. Secondo i politici sarebbe dunque un segnale all’Europa, considerando che anche in Germania è stato ridotto il flusso. “Abbiamo tutte le contromisure pronte” ha rassicurato Cingolani. Bisogna ragionare per gradi: “Ma la prima cosa da capire è se questa diminuzione si stabilizza o se è solo un episodio. Vediamo cosa succede nei prossimi tre giorni, e poi la settimana prossima decideremo”.
Il Mite si riunirà a metà della prossima settimana per fare il punto e valutare la situazione sulle forniture di gas. Le fonti del Ministero ricordano che il Comitato emergenza gas monitora quotidianamente la situazione e si riunisce per prendere decisioni periodicamente. Di recente è stata comunque approvata una norma dal Consiglio dei ministri che prevede che il ministro abbia poteri d’intervento diretti su eventuali misure da prendere, senza passare dal Comitato. Il piano d’emergenza è stato deciso già a marzo con il decreto Ucraina e contiene un piano in caso di stop delle forniture di gas o ritardi. Il primo provvedimento sarebbe la limitazione del riscaldamento nei privati e negli uffici. Potrebbe essere impostato un limite di temperatura di qualche grado inferiore. Possibile poi la riduzione dell’illuminazione pubblica sia in città che nella rete stradale. Possibile inoltre che vengano aumentate le centrali a carbone. Infine aumenterà il gas naturale liquefatto da Qatar, Egitto e Israele.