Il produttore statale russo di uranio, Tenex, avrebbe avvertito in questi giorni le società americane del possibile divieto di esportazione in via preventiva, nel caso in cui il governo americano dovesse approvare una legge che vieta il divieto di importazione dell’uranio dal 2028. Il riferimento, come si legge su Bloomberg, è a quanto deciso nella giornata di lunedì scorso da parte della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, che ha approvato il divieto sulle importazioni di uranio russo, con l’obiettivo di aumentare la pressione su Mosca che ricordiamo, è in conflitto con l’Ucraina.
La misura prevede delle deroghe ma in ogni caso rappresenta un netto taglio con il passato e la Tenex, che ha una filiale in territorio americano, avrebbe già avvertito di prepararsi ad un possibile divieto fin da subito delle esportazioni. Il disegno di legge non è ancora definitivo visto che deve prima passare dal Senato, che ricordiamo, è a maggioranza repubblicana, ed essere quindi firmato dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden, dopo di che potrà diventare legge. Non sono chiare, segnala l’agenzia internazionale di stampa Reuters, le tempistiche, di conseguenza non è dato sapere se l’approvazione avverrà già quest’anno o meno.
RUSSIA VERSO BLOCCO DI ESPORTAZIONE DI URANIO NEGLI USA: LE DEROGHE PREVISTE ALLA LEGGE VOTATA DALLA CAMERA
In ogni caso, una volta che sarà legge, le importazioni saranno vietate entro 90 giorni dall’entrata in vigore, salvo eventuali deroghe. In particolare le eccezioni riguardano l’importazione di uranio a basso arricchimento dalla Russia qualora il segretario americano all’Energia dovesse stabilire che non esiste una fonte alternativa disponibile per il funzionamento di un reattore nucleare o di una società americana di energia nucleare, o se le spedizioni sono nell’interesse nazionale.
Cathy McMorris Rodgers, deputata repubblicana, ha commentato: “I rischi di continuare questa dipendenza dalla Russia per i nostri combustibili nucleari sono semplicemente troppo grandi. Sta indebolendo le infrastrutture americane per il combustibile nucleare, che sono diminuite in modo significativo a causa della dipendenza da questi combustibili a basso costo”.