Rutte dichiara che la NATO aumenterà del 400% la difesa aerea contro missili e droni russi: “Il pericolo continuerà anche dopo la guerra”
La NATO, secondo quanto dichiarato da Mark Rutte, si prepara ad affrontare un cambiamento importante e deciso, che potrebbe determinare un nuovo corso per la sicurezza europea: Il Segretario generale è pronto a proporre un aumento importante delle capacità di difesa aerea, un salto del 400%, ritenuto necessario per rispondere a un contesto internazionale diventato improvvisamente più instabile con l’intervento che è previsto a Londra, presso il centro studi Chatham House, ma alcuni estratti del suo discorso sono già stati anticipati.
Secondo Rutte, la NATO deve attrezzarsi per proteggere meglio i propri cieli, perché i recenti eventi in Ucraina mostrano con chiarezza come i pericoli oggi arrivino soprattutto dall’alto, attraverso raid missilistici e droni che colpiscono aree civili senza preavviso; nel suo intervento, Rutte ribadirà che il semplice affidarsi alla speranza non può più essere considerato un piano di sicurezza.
Il Segretario generale considera fondamentale portare la spesa per la difesa al 3,5% del PIL per ogni Stato membro, con un 1,5% da destinare alla sicurezza in senso più ampio, una proposta che intende soddisfare le aspettative americane, in particolare quelle di Donald Trump, che da tempo insiste su una soglia complessiva del 5%; Rutte spiegherà come l’Alleanza debba diventare non solo più equa nella distribuzione degli oneri, ma anche più preparata a reagire a minacce concrete, perché la guerra in Ucraina non è destinata a concludersi a breve e il rischio, anche una volta finito il conflitto, continuerà a incombere sulle capitali europee.
Rutte su difesa aerea NATO: obiettivo +400%, ma la minaccia non si ferma
Il discorso di Rutte arriva in un momento di tensione alle stelle, in cui l’aggressione russa all’Ucraina continua con attacchi aerei regolari, come quelli che nei giorni scorsi hanno devastato Kharkiv lasciando interi quartieri residenziali in macerie e di fronte a un uso ormai abituale del cielo come arma di terrore, la proposta di aumentare del 400% le difese aeree non appare più come una provocazione o un’ipotesi estrema, ma come una necessità concreta.
Rutte, secondo quanto anticipato dal suo staff, vorrà rimarcare che l’Alleanza deve dotarsi di più mezzi, più capacità operative, e un’infrastruttura difensiva aggiornata per reggere l’urto di un nemico che ha fatto dell’attacco aereo il proprio principale strumento di intimidazione; diverse nazioni sembrano pronte a seguire questa linea, il Regno Unito, ad esempio, ha già annunciato un aumento delle proprie spese militari fino al 2,5% del PIL entro il 2027, con l’intenzione di raggiungere il 3% in una fase successiva, mentre la Germania ha fatto sapere che serviranno almeno 50.000-60.000 soldati aggiuntivi per adeguarsi ai nuovi obiettivi stabiliti in ambito NATO.
Al tempo stesso, il Cremlino ha reagito con durezza a queste iniziative, accusando l’Alleanza di aver gettato la maschera e di mostrare i suoi strumenti di aggressione, una reazione che, nel contesto attuale, non ha fatto altro che rafforzare l’idea – diffusa in molte capitali occidentali – che non si possa più restare fermi ad attendere e il rischio è che, senza un’azione coordinata e tempestiva, le capacità di difesa attuali non siano più sufficienti a garantire la sicurezza europea.