E’ furiosa Teresa Beccalli, sorella di Sabrina, la 39enne morta la notte di Ferragosto del 2020, e ritrovata poi senza vita, corpo bruciato, nell’auto di Alessandro Pasini. Quest’ultimo, amico della vittima, è stato assolto da ogni accusa, ma Teresa non ci sta: «Sabrina è stata uccisa due volte». Pasini è stato in carcere per 14 mesi poi è stato liberato nella giornata di ieri: «Non l’ho uccisa, è morta per overdose, preso dal panico ho caricato il corpo in auto e ho appiccato il fuoco», si è sempre difeso l’uomo, condannato a 6 anni per distruzione del cadavere, ma i famigliari non ci stanno: «C’è tanta rabbia – insiste Teresa, intervistata dal Corriere della Sera – noi siamo convinti che sia lui l’assassino. Ci sono le prove. Che poi non si siano volute vedere, ma c’erano». Secondo la sorella della donna deceduta, vi sono diversi indizi a carico del Pasini: «Il nostro avvocato Antonino Andronico ne ha elencate 15 di prove. La stessa dottoressa Cristina Cattaneo ha parlato nella sua relazione di omicidio».
E ancora: «Sabrina era una ragazza solare, molto disponibile. Riuscite a trovarmi una foto in cui non sorride? L’ho vista l’ultima volta il 14 agosto. Le ho detto: “Cosa fai di bello domani che è Ferragosto?”. Io le stavo addosso, perché era sola». Lei le rispose di «Di non romperle le scatole e poi: “Vado tutto il giorno in piscina”. Era una mamma sola che lavorava tanto per mantenere il figlio. Era felice perché a settembre l’avrebbero assunta a tempo indeterminato in una ditta di cosmesi. Arrotondava anche con un lavoro al bar. Non ha mai chiesto soldi a nessuno». E proprio a ferragosto giunse la notizia della scomparsa: «A mezzogiorno ci hanno chiamato in caserma, non riuscivano a trovare Sabrina. Ma io me lo sentivo perché è strano che una mamma la mattina di Ferragosto non va a prendere suo figlio dall’amica».
SABRINA BECCALLI, LA SORELLA TERESA: “PASINI SPAVALDO GIA’ DA RAGAZZINO”
Quindi, tornando su Pasini, aggiunge: «Aveva un atteggiamento molto spavaldo già da ragazzino. Ma è ben conosciuto a Crema. Tutti sanno che è un tipo violento. Erano anni che non lo vedevo. Sapevo che era stato l’ex compagno di una carissima amica di mia sorella, sapevo che aveva questi atteggiamenti violenti, ma che ci fosse questa frequentazione con mia sorella, non lo so proprio dire».
E ancora: «Quella persona lì, non riesco neanche a chiamarlo signore, sorrideva (riferendosi al momento dell’assoluzione ndr). Ha fatto i pugni tipo di vittoria». Ed ora cosa succederà? «L’avvocato dice che dobbiamo leggere le motivazioni della sentenza per capire. È evidente che se nella motivazione ci si sbilancia nel dire che la mancanza di un corpo ha impedito di arrivare alla condanna, allora c’è una responsabilità di chi ha impedito che quel corpo venisse conservato. E non ci fermeremo».