Sabrina Salerno ha raccontato molto di sè stessa nell’ultima puntata del programma di Alessia Marcuzzi “Obbligo o verità” senza sottrarsi alle domande difficili della conduttrice. Qu,i sono usciti diversi retroscena sulla sua carriera, sulla malattia, sul figlio ma anche sull’amore. Cosa ha detto? Ospite con Rocco Siffredi, Tommaso Zorzi, e Nicola Vendola, Sabrina Salerno ha concluso così l’ultima puntata di “Obbligo o verità” su Raidue senza risparmiarsi confessioni piuttosto private. Tutto è partito dalla sua carriera iniziata prestissimo quando aveva solo 16 anni.
Amava la musica e non aveva nulla da perdere, così ha iniziato ad impegnarsi creando un personaggio che poi l’ha resa una dei delle cantanti di maggior successo degli anni ’90. Come ogni personaggio famoso è stata spesso oggetto di critica, specialmente sul suo corpo e proprio per questo motivo si è battuta diverse volte sulla disparità di trattamento tra maschi e femmine. In particolar modo in campo artistico dove questa disuguaglianza sembra essere piuttosto accentuata. “Ognuno fa del proprio corpo ciò che vuole“, dice Sabrina Salerno che ha sofferto di tumore al seno, ma spesso le donne sono vittime di insulti se decidono per loro stesse con tanto di commenti piuttosto aggressivi.
Sabrina Salerno parla del padre assente: “L’ho perdonato ma…”
Sabrina Salerno non risparmia nemmeno le confessioni sull’amore, dato che spiega di essere stata innamoratissima di Rita Pavone pensando che in realtà fosse un uomo. Non sono mancati i flirt con alcuni grandi del mondo dello spettacolo internazionale come l’attore francese Cosso, del quale aveva anche una foto sul diario. Nel corso degli anni lui l’aveva invitata a uscire, portandola di sera a vedere la famosa cattedrale di Notre Dame ma la loro relazione è stata molto breve. A “Obbligo o verità“, Sabrina Salerno ha anche ricordato il suo passato difficile dato che durante la sua infanzia e per tutta la vita ha sofferto per via dell’assenza del padre. A 45 anni, infatti, ha fatto il test del DNA per capire se l’uomo potesse finalmente riconoscerla: “Io l’ho perdonato, ho passato quattro mesi prima che morisse in cui l’ho chiamato papà, ma non ho la stima per lui. Un bambino che nasce non ha responsabilità“.