Sal Da Vinci, chi è il cantautore napoletano: una carriera divisa tra musica, teatro e cinema senza dimenticare gli insegnamenti dei genitori.
Sal Da Vinci, i primi passi sulla scia di papà Mario a soli 7 anni
Da un’estate all’altra, rimbalza ancora il tormentone per eccellenza: ‘Rossetto e caffè’ non è certo la canzone che rappresenta nella sua totalità la carriera e la strada professionale di Sal Da Vinci ma al contempo è una delle manifestazioni più eloquenti del suo talento e lungimiranza artistica. Il cantautore partenopeo ha iniziato da giovanissimo ad affacciarsi al mondo dello spettacolo; prima il teatro, la recitazione, ma ben presto grazie al papà Mario è sbocciata la scintilla per la musica.
Classe 1969, figlio d’arte; papà Mario Da Vinci è stato uno dei massimi rappresentanti del medesimo settore. Così, di padre in figlio, la passione è stata sublimata e resa nella sua forma peculiare. “Forse non ho avuto un’infanzia come le altre ma ho vissuto cose meravigliose”, raccontava Sal Da Vinci in un’intervista recente raccontando proprio di come, già a 7 anni, si avvicinava con costanza e dedizione al mondo del teatro proprio al fianco del padre.
Sal Da Vinci, i genitori come punto di riferimento: una carriera tra musica e recitazione
“Avevamo un rapporto stupendo, genitore anche sul palco”, spiegava Sal Da Vinci a Domenica In di recente descrivendo il suo legame con il compianto papà, Mario Da Vinci. Per il cantautore i genitori sono stati un valore fondamentale, una sorta di iniezione ulteriore di fiducia e voglia di mettersi in evidenza con il proprio talento. “Mamma è stata un punto di riferimento per tutta la famiglia”, spiegava da Mara Venier.
Salvatore Michael Sorrentino – alias Sal Da Vinci – può andare oggi fiero della sua ampia discografia, della passione viscerale per il teatro che spesso ha ad oggetto la drammaturgia partenopea che è baluardo inesauribile della cultura del nostro Paese. Anche una parentesi importante sul grande schermo per il cantautore; non molti sanno che nel 1986 ha avuto l’onore di condividere il set con due ‘mostri sacri’ del cinema italiano: Carlo Verdone e Alberto Sordi, per il film ‘Troppo forte’.