Novartis, insieme a Salute Donna Onlus e al Sipo, ha lanciato la campagna nazionale di informazione legata anche al tumore al seno. In occasione di questa a Milano è stato lanciato un segnale con la Torre dell’orologio di Palazzo Giureconsulti che è stata illuminata di viola. Sono giornate importanti in cui c’è la volontà di incontrare le esigenze delle donne che si ammalano anno dopo anno e c’è l’obbligo di portare avanti in questo senso la ricerca. Nel nostro paese sono oltre 30mila le pazienti affette da tumore al seno avanzato che affrontano il loro percorso in maniera positiva grazie ai continui segnali che la scienza offre. Di recente ulteriore speranza è arrivata dalla nuova classe di farmaci degli inibitori delle chinasi ciclina-dipendenti. Questi vengono utilizzati anche per pazienti che sono affette da una patologia mammaria HR+/HER2-. Vanno assunti con terapie che possono variare di caso in caso senza lasciare quella che è la pratica ormonale classica. (agg. di Matteo Fantozzi)
“La resilienza delle donne dopo il tumore”
In merito al cancro al seno si deve parlare anche delle conseguenze legate alla mastectomia. Sono solo cinque donne su dieci rivostruire il loro seno nel corso dello stesso intervento. Oggi 17 ottobre si celebra in 10 paesi nel mondo la giornata internazionale della consapevolezza sulla ricostruzione mammaria e diventa fondamentaleil lavoro anche din sensibilizzazione sulla questione. In Italia la BABC ha organizzato una tavola rotonda titolandola “La resilienza delle donne dopo il tumore” presso la Fondazione Policlinico Universitario A.Gemelli IRCCS di Roma dove verranno presentati alcuni numeri statistici sulle donne a cui viene ricostruito immediatamente il seno durante appunto la mastectomia. Per questa occasione Obiettivo Fotografico ha organizzato anche un interessante contest dal titolo “Resilienza” che richiama i temi trattati durante il congresso in questione. (agg. di Matteo Fantozzi)
La battaglia di Marta Gianello Guida
Per combattere il cancro al seno il comitato “Oltre il nastro rosa” ha deciso di organizzare diversi eventi in giro per l’Italia. Tra questi ha avuto un buon successo quello dello scorso 13 ottobre in piazza Castello a Torino, in concomitanza con la giornata di sensibilizzazione sul tumore mammario celebrata negli Stati Uniti. Marta Gianello Guida ha colpito tutti con le sue parole, riportate da La Stampa: “Quando mi hanno diagnosticato il cancro avevo appena ventinove anni, alla festa dei miei 30 anni ero completamente calva“. La ragazza si è battuta per lanciare dei messaggi alle istituzioni: “Arrendersi all’idea di morire è difficile perché la ricerca non ha fatto ancora abbastanza e perché è complicato reperire delle informazioni. C’è un vuoto che costringe le pazienti a muoversi a tentoni, attaccandosi al telefono o inviando migliaia di mail per cercare di capire se possono rientrare nei criteri dei pochi studi disponibili“. (agg. di Matteo Fantozzi)
Molecole di RNA come interruttori
Il cancro al seno potrebbe diventare presto un brutto ricordo. Recenti scoperte del Centro per la Genomica dell’Istituto Italiano di Tecnologie mostrano come si possa colpire il motore dello stesso in maniera sensibile grazie all’uso delle cellule staminali tumorali. Si sfrutta così un’arma che si trova già presente all’interno del nostro organismo e cioè quelle molecole di RNA che come se fossero degli interruttori possono andare a controllare alcuni geni. Francesco Nicassio è il coordinatore della ricerca presso il Centro per la Genomica e responsabile di una scoperta davvero rivoluzionaria. Sono anni che ricercatori di tutto il mondo stanno lavorando sulla funzione di un particolare microRNA, precisamente il miR-34a noto per essere in grado di controllare quella che è la proliferazione di un tumore all’interno delle cellule. Non si tratta ancora al momento di una scoperta definitiva, ma di certo col tempo si stanno facendo dei passi decisi verso una soluzione.
Le cellule staminali tumorali
Come fermare il cancro al seno? Un ruolo di straordinaria importanza potrebbe essere compiuto dalle cellule staminali tumorali dalle quali si pensa possano dipendere sia la progressione della malattia oltre che le recidive. Paola Bonetti, prima autrice dello studio sulle staminali tumorali, ha sottolineato, come riportato da Repubblica che: “Questo studio ci ha permesso di arrivare a capire che l’espressione fisiologica di miR-34a è in grado di andare a limitare l’espansione delle cellule staminali e quindi si può contrastare in maniera efficace la progressione di un tumore”. Questa ricerca permetterà, nel giro di poco tempo, di testare dei farmaci in grado di andare a colpire in maniera selettiva proprio le staminali tumorali andando così a limitare l’espansione del cancro al seno. Sarà importante, per andare avanti nella ricerca, anche lo sviluppo della nanotecnologia.