I guerriglieri torturarono e uccisero la sua famiglia, poi diedero fuoco alla sua casa. Il piccolo venne ritenuto morto, invece sopravvisse nonostante una ferita grave alla testa e una mano completamente ustionata. Quel bambino, che ora potrebbe avere 20-25 anni (nessuno conosce la sua data di nascita), ha una “nuova” mano. L’équipe del dottor Piergiuseppe Zampetti e di Serena Puccini, del servizio di chirurgia della mano, hanno ricostruito la funzionalità dell’intero arto all’ospedale San Jacopo di Pistoia. Il nigeriano potrà afferrare qualsiasi oggetto, scrivere e chissà in futuro svolgere lavori manuali. Il paziente, la cui famiglia fu trucidata in Nigeria, era stato segnalato dai servizi sociali del Comune di Pistoia: aveva la mano completamente devastata e la pelle, ritraendosi, aveva causato la lussazione delle quattro dita lunghe. Come riportato dall’Ansa, i chirurghi hanno ricostruito le falangi e riportato in posizione fisiologica le dita retratte, ma è stato necessario amputare un dito che poi è servito per l’autotrapianto. In fase di dimissione gli è stato applicato un tutore.
TORTURATO IN NIGERIA, ORA HA NUOVA MANO: RICOSTRUITA A PISTOIA
L’intervento, durato quasi tre ore, è consistito in un’artrosi della metacarpo falange, un’artrolisi delle articolazioni lussate, nell’amputazione estetica del terzo raggio e poi in una plastica cutanea. «Nelle ustioni il processo di retrazione è devastante e noi volevamo restituire a O.M. una mano utile, non nuova, non esteticamente bella ma sicuramente funzionale per migliorare la qualità della sua vita, che non è mai stata facile», ha dichiarato il dottor Piergiuseppe Zampetti a La Nazione. Entusiasta per l’esito dell’intervento anche il direttore del dipartimento delle specialistiche chirurgiche, dottor Stefano Michelagnoli. «È sempre con orgoglio che comunichiamo i successi dei nostri trattamenti dietro cui stanno anni di lavoro, duro costante e silenzioso. Ancora di più quando possono dare futuro e serenità a giovani con un trascorso difficile», ha dichiarato il medico ai microfoni del quotidiano toscano.