La depressione è in costante aumento, ma le assicurazioni non la riconoscono. Non è solo una malattia grave, ma anche un danno enorme dal punto di vista economico. In Italia coloro che fanno uso di medicinali anti depressivi sono 11 milioni di persone, in tutto il mondo sono oltre 300 milioni. Secondo gli esperti, causa di questa crescita abnorme è il cambiamento del mondo del lavoro a causa della digitalizzazione dello stesso. Anche i social, come sostiene una ricerca americana, hanno il loro impatto. E’ ovvio che il sistema sanitario ne venga coinvolto a livello economico. E’ a questo punto che il sistema assicurativo, secondo quanto scrive Ilsole 24 ore, potrebbe fare la differenza. Già da diversi anni le associazioni dei malati mentali hanno stabilito con l’Associazione delle imprese assicurative la modifica delle condizioni generali delle compagnie, che negavano ai primi la stipulazione di polizze assicurative.
DEPRESSIONE, ASSICURAZIONI NON LA RICONOSCONO
Era una vera discriminazione sociale che colpiva una fascia sociale fra le più deboli. Ma resta fuori ancora qualche cosa. In caso di incidente con la macchina o altro infatti, è stato calcolato che una compagnia su cinque non riconosce il problema mentale dell’autore di un eventuale sinistro. Insomma, si firma e si paga ma non si ottiene copertura: “Il mercato assicurativo oggi non esclude la malattia mentale in quanto tale ma il soggetto portatore, indipendentemente dalla correlazione del rischio esistente. Questo è molto preoccupante perché se è vero che un italiano su cinque affronta questo problema, al momento della gestione di un eventuale sinistro, potenzialmente una polizza sanitaria su cinque non ha valore” dice Luca Franzi, presidente di Aiba, la principale associazione di broker assicurativi. Sempre secondo Franzi, ci si sta muovendo per cambiare le cose, al fine di trovare soluzioni adeguate.