Malattie veneree in crescita in Italia: dal 2000 ad oggi, dunque negli ultimi 18 anni, si è registrata lungo la Penisola un aumento del 400% dell’incidenza della sifilide con un aumento preoccupante in particolare nella città di Bologna dove, secondo un rapporto diffuso dal Policlinico “Sant’Orsola” del capoluogo felsineo ogni anni si contano tra i 100 e i quasi 300 nuovi episodi di malattie sessualmente trasmissibili quali la gonorrea e la clamidia; la causa di questo incremento vertiginoso di casi è dovuto, secondo gli esperti, a una sottovalutazione del problema oltre che a una diffusa disinformazione, nonostante negli ultimi anni siano state fatte diverse campagne di sensibilizzazione oltre che di prevenzione sull’argomento. E particolare curiosità ha suscitato il dato relativo a Bologna dove, secondo la struttura ospedaliera, ogni anno si registrano 3500 “Primi accessi” di coloro che contraggono una di queste malattie e per la maggior parte si tratta di individui di sesso maschile e sovente omosessuali, tra i quali le malattie veneree hanno una maggiore incidenza.
CASI IN AUMENTO A BOLOGNA
L’incremento di casi di sifilide e di altre malattie sessualmente trasmissibili, stando al rapporto presentato dal “Sant’Orsola” di Bologna, si registra soprattutto nella fascia di età compresa tra i 18 e i 25 anni, ma una grande incidenza del fenomeno c’è anche per gli over 50 con picchi soprattutto di casi di clamidia e gonorrea. Un dato positivo si riscontra comunque: l’aumento dei casi implica che sono in aumento anche coloro che scelgono di farsi visitare e affrontare il problema ma il problema della disinformazione resta e questo è molto pericoloso soprattutto per il rischio sempre più crescente di contratte l’HIV. Infatti, la situazione di Bologna rispecchia con numeri più impressionanti quello che accade a ogni latitudine del nostro Paese, dove appunto la sifilide fa registrare un +400% mentre tra i pazienti solamente la metà ammette di fare uso di contraccettivi, di cui solamente l’8% il preservativo; non solo dato che dei pazienti che vengono curati per una malattia venerea solo due su tre accettano di sottoporsi contestualmente al test per l’HIV. Percentuali ancora troppo insoddisfacenti e che aprono a rischio di contagio tanto è vero che, secondo un rapporto presentato di recente l’incidenza dell’AIDS, pur rimanendo stabile tra i giovanissimi (ma non diminuendo nemmeno), è invece in crescita tra gli ultracinquantenni.