L’allarme peste suina africana scoppiato nell’est Europa ci porta a indagare su quali sono i reali rischi per l’uomo. Sappiamo già che questa non è pericolosa per gli esseri umani, quando per gli allevamenti di suini che rischiano di subire il contagio e vivere dunque un’epidemia. In Italia la regione dove il contagio è più alto da oltre 40 anni è la Sardegna e interessante è quello che racconta l’Ats della regione sul suo sito ufficiale. Viene specificato come la Psa sia stata descritta per la prima volta nel 1921 in Kenya e invece in Europa è arrivata in Portogallo nel 1957 tramite dei rifiuti alimentari trasportati per via aerea. La malattia ha fatto così la sua comparsa su tutta la penisola iberica, arrivando nel 1978 anche in Sardegna e dunque in Italia. La malattia non è di fatto trasmissibile all’uomo, ma è caratterizzata nei suini da lesioni emorragiche della cute e dei parenchimi che può portare anche alla morte. L’agente eziologico invece è un virus della famiglia Asfaviridae ed è provvisto di envelope cioè di un capside proteico al cui interno troviamo acido nucleico. (agg. di Matteo Fantozzi)
Il muro anti-cinghiali è una trovata politica?
La Confagricoltura ha stilato un piano per andare a combattere l’allarme della peste suina africana in Italia. Il nostro paese vede a rischio moltissimi allevamenti di suini che fatturano miliardi di euro nell’arco di un anno e che sono fondamentali per la nostra economia. Ne ha parlato Claudio Canali, Suinicoltore e presidente della Federazione Nazionale di Prodotto di Confagricoltura. Come riportato da Il Piacenza questi ha specificato: “Una spada di Damocle per il comparto suinicolo e per quello dei trasformati in carne suina, i salumi in primis“. Sicuramente sono parole che non chiariscono del tutto quello che sta accadendo, ma di certo la dispersione del materiale infetto si propone come principale vettore per i cinghiali in vita e gli esseri umani. Il muro che si sta costruendo per evitare la fuga dei cinghiali rischia di essere più una trovata politica e in molti l’hanno già criticato, per ora però è l’unica soluzione pratica che si sta pensando di adottare. (agg. di Matteo Fantozzi)
E se la caccia ai cinghiali fosse la causa?
Un interessante approfondimento sulla peste suina africana in Europa de Il Sole 24 Ore ci fa riflettere su quelli che potrebbero essere i rimedi per evitare una vera e propria epidemia. L’Unione Europea, in questi giorni, si sta ponendo la domanda se sia il caso di abbattere o meno i cinghiali per evitare il mobilitarsi del virus. Il noto quotidiano nella sua versione online si chiede se la caccia ai cinghiali sia la soluzione o la causa del diffondersi della patologia che ricordiamo essere pressoché innocua per gli esseri umani ma devastante per gli allevamenti di maiali. Tra le idee c’è quella di coinvolgere i cacciatori per tenere sotto controllo, in termini propriamente numerici, la popolazione di cinghiali che si muove in Europa. Il documento ufficiale specifica come l’azione coordinata potrebbe avere anche degli effetti indesiderati. Si specifica infatti come il virus potrebbe essere giunto in Europa proprio sospinto dai cinghiali spinti in questa direzione durante le battute di caccia su grande scala effettuate dai vicini russi. (agg. di Matteo Fantozzi)
L’Ue vuole frenare l’epidemia
La peste suina africana torna a scatenare un’allarme in Europa dove sono ben nove le nazioni colpite. L’Ue si è mossa per cercare di frenare l’epidemia che potrebbe estendersi ancora. L’obiettivo è quello di promuovere delle misure di contenimento ad ampio raggio che porterà all’abbattimento dei cinghiali infetti e non perché principali vettori della patologia. Questa è totalmente innocua per gli uomini, ma per le produzioni suine può essere devastante. Se ne è parlato a Bruxelles nella conferenza ministeriale convocata dal commissario alla salute Vytenis Andriukaitis. Si è specificato come il rischio sia fortemente presente anche nel nostro paese dove questa patologia è ormai endemica da 40 anni in Sardegna. Di recente inoltre i capi di cinghiali sono aumentati in maniera importante in tutto il paese, arrivando a 1 – 1.5 milioni. Lo scorso 14 dicembre se ne è parlato in un convegno di Confagricoltura dove si è specificato il problema della densità dei suini che potrebbe mettere a rischio tutte le produzioni italiane.
Allarme peste suina africana in Europa, 9 nazioni coinvolte: parla Vytenis Andriukaitis
Il commissario alla salute dell’Ue, Vytenis Andriukaitis, ha parlato della peste suina africana nel comizio a Bruxelles dove si è lanciato l’allarme. Questi ha spiegato: “In diverse regioni d’Europa la popolazione di cinghiali si è sviluppata in un modo incontrollato. Questo ha un ruolo importante nella diffusione e persistenza della malattia”. Spiega poi come serva la collaborazione tra i vari paesi e tra agricoltori, ambientalisti e cacciatori per andare a mettere sotto controllo, seguendo le regole Ue sulla protezione della natura, la proliferazione dei suini selvatici. E’ stato evidenziato come da settembre a oggi siano stati trovati 231 cinghiali infetti in Belgio, con l’epidemia che era partita dalla Russia nel 2007 fino ad arrivare sia in Cina che anche in Europa. Si è annunciata la costruzione di un muro alto 150 centimetri e lungo 70 chilometri al confine con la Germania proprio per evitare la migrazione dei cinghiali.