Sono tanti i rischi per la nostra salute derivanti dall’utilizzo smodato dei pesticidi. Una recente ricerca ha messo in evidenza come gli obesi e i diabetici possano essersi ammalati proprio per via del contatto con gli agenti chimici. Pesticidi che in una precedente ricerca effettuata dall’Università del Michigan avevano evidenziato una correlazione diretta con la Sla, la sclerosi laterale amiotrofica, malattia neurodegenerativa che porta poi alla morte del paziente. Il DDT, il pesticida più famoso al mondo, è vietato in Italia dal 1978 proprio a seguito delle scoperta dei suoi danni, ma è ancora largamente utilizzato in gran parte del mondo, e di conseguenza, quando importiamo prodotti, è probabile che questi siano stati trattati con il pesticida di cui sopra. Uno studio molto interessante che pone per l’ennesima volta l’attenzione su questa pratica purtroppo ancora molto diffusa, ma che dovrebbe essere vietata in tutto il mondo. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
LA SCOPERTA DEI RICERCATORI FRANCESI
Pesticidi aumentano rischio obesità e diabete: la scoperta shock dei ricercatori francesi fa scattare l’allarme. Lo studio condotto dai ricercatori dell’Istituto Nazionale della ricerca agronomica e dell’Istituzio Nazionale di Sanità e ricerca medica (Inserm), pubblicato sull’Environmental Health Perspectives, sottolinea che l’utilizzo dei pesticidi in agricoltura entra nella catena alimentare e causa un aumento vorticoso di malattie come diabete e obesità. I test effettuati in laboratorio non lasciano spazi a dubbi: i ricercatori hanno evidenziato che roditori esposti ad una alimentazione basata su verdure e ortaggi, coltivati con i sei pesticidi più utilizzati, hanno registrato un forte aumento di massa grassa e diabete. Il ricercatore Laurence Payrastre ha sottolineato ai microfoni di Le Monde che “questi studi hanno permesso di fare emergere il legame di casualità tra l’esposizione della popolazione ai pesticidi e i rischi metabolici”.
PESTICIDI AUMENTANO RISCHIO OBESITA’ E DIABETE
Come riportato dai colleghi de Il Gazzettino, la FNSI (Federazione nazionale stampa italiana) ha approfondito il tema dei legami tra pesticidi e malattie e Antonella Litta, tra i relatori, ha sottolineato che negli ultimi cinquanta anni di storia industriale sono state immesse 100 mila sostanze di sintesi chimica nell’ambiente. “Queste sostanze ed energie sono risultate avere azione tossica, cancerogena, di interferenza endocrina capaci di mimare l’azione degli ormoni naturalmente prodotti dal nostro organismo e quindi di sostituirli nella loro funzione di fisiologica regolazione dei metabolismi e quindi di favorire malattie, in grande aumento, come il diabete, l’obesità, malattie cardiovascolari, le malattie immunomediate, i disturbi della sfera neuroendocrina, l’infertilità, i disturbi dello sviluppo genito-urinario e sessuale nei bambini e nelle bambine”, le parole della specialista in Reumatologia. E c’è un altro dato che preoccupa: l’esposizione materno fetale e quella preconcezionale, nei cordoni ombelicali infatti “vengono rilevati inquinanti ambientali come pesticidi, metalli pesanti, diossine, sostanze chimiche industriali che superano la barriera placentare e interferiscono con quello che chiamiamo fetal programming di fatto sprogrammando – sottolinea a Il Gazzettino – alterando così il progetto di vita e di vita sana iniziato con il concepimento di ogni essere umano nella sua unicità”.