E’ vero che la possibilità di ammalarsi di tumore aumenta di pari passo con l’avanzare dell’età. Ma questo, purtroppo, non vuol dire che bambini e ragazzi siano esenti da questo male così terribile. Come riportato dall’Ansa, ogni anno in tutto il mondo sono 300mila le diagnosi di cancro che interessano i più giovani, che si ritrovano a fare i conti perlopiù con leucemie, linfomi e tumori al cervello. Il tumore, però, si può sconfiggere: in Italia sono infatti 44mila i giovani che possono dire di essere guariti, molti dei quali sono ormai trentenni. Uno degli aspetti più tragici, però, riguarda la componente “fortuna”: essere nato in uno dei Paesi maggiormente sviluppati, infatti, significa per i bimbi avere l’80% di possibilità di guarire; nei Paesi più poveri questa stessa percentuale non supera il 20%. Portarla al 60% entro il 2030 è l’obiettivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS): questo vorrebbe dire salvare un milione di vite nel prossimo decennio.
TUMORI, RICERCA NUOVI FARMACI A RILENTO
Ovvio che un aspetto importantissimo nella lotta contro i tumori, anche quelli infantili e giovanili, sia correlata alla ricerca. Questa, però, non garantisce i passi avanti che ci si sarebbe aspettati. A confermarlo è stato Angelo Ricci, presidente della Federazione italiana associazioni di genitori di oncoematologia pediatrica (Fiagop), come riportato dall’Ansa:”In 20 anni appena 4 nuove terapie sono state approvate per la cura dei tumori infantili di questo passo occorreranno 300 anni per riuscire a trovarne una per ogni neoplasia infantile”. Secondo Ricci, si può fare molto “per incentivare la ricerca in questo settore, facilitando la possibilità di includere minori nelle sperimentazioni o riscoprendo ‘vecchi’ farmaci che potrebbero avere una nuova vita in ambito pediatrico. Grande interesse deriva, inoltre, dalla Car-T, che sia pure in fase sperimentale sembra promettere nuove possibilità di cura”.