Arriva dalle alghe marine un aiuto importante per abbassare i livelli di glicemia nei pazienti affetti da pre-diabete. Quest’ultima è una condizione spesso sottovalutata, sulla quale alla luce dei risultati evidenziati dallo studio tutto italiano pubblicato sulla rivista Phytotherapy Research, si potrà intervenire in maniera incisiva. Lo ha spiegato, come riportato dall’Ansa, Giuseppe De Rosa, Responsabile del Centro Universitario di Diabetologia, Malattie Metaboliche e Dislipidemie dell’Università di Pavia, presso il Policlinico San Matteo e primo autore dello studio: “Abbiamo analizzato persone non ancora colpite da diabete che presentavano però livelli alti di glicemia compresi tra i 100 e 125 mg/dl. Spesso e volentieri in questa condizione il medico di medicina generale si limita a consigliare all’assistito un semplice cambio della dieta e un po’ di attività fisica. Sono due ottimi consigli ma, per evitare un peggioramento dello stato di salute, non sempre basta un semplice intervento sullo stile di vita. In aggiunta, si può usare il nutraceutico derivato dalle alghe marine”. (agg. di Dario D’Angelo)
SVOLTA SU PREDIABETE
Lo studio tutto italiano che, reso noto di recente su una prestigiosa rivista di settore, spiega quali siano i vantaggi dell’uso di un preparato di alghe sui livelli di glicemia nel pre-diabete potrebbe avere in futuro delle applicazioni molto importanti. Infatti, secondo Giuseppe Derosa, il ricercatore che ha coordinato lo studio, intervenire terapeuticamente nella fase che precede il diabete, senza basarsi solamente sull’attività fisica e la classica dieta, potrebbe aiutare a ridurre i casi in cui insorge questa patologia, dato che nel nostro Paese ogni anno si contano circa 50mila nuovi ricoveri. Non solo: a detta di Derosa il preparato nutraceutico a base di alghe scoperto dai ricercatori delle Università di Bologna e Pavia non solo è importante perché aiuta ad abbassare i livelli di glucosio nel sangue ma anche perché potrebbe cambiare totalmente l’approccio medico nelle suddette situazioni di pre-diabete. (agg. di R. G. Flore)
UN PREPARATO PER I PAZIENTI IN PRE-DIABETE
Alghe marine utilizzate per far abbassare la glicemia: è questo il risultato di uno studio interamente made in Italy e pubblicato di recente sulla rivista “Phytotherapy Research” in cui si spiega come un preparato nutraceutico realizzato a partire da due tipi di alghe marine aiuti a ridurre i livelli di glucosio nel sangue specialmente nelle cosiddette situazioni di pre-diabete. A portare avanti la ricerca è stato un team misto composto da 65 ricercatori in servizio presso l’Università di Pavia e anche quella di Bologna che hanno riscontrato questi benefici effetti nel suddetti preparato originato da una composizione di Fucus Vesiculosus (una quercia marina), Ascophyllum Nodosum e del cromo picolinato: i soggetti coinvolti nello studio hanno assunto il preparato per tre volte al giorno prima dei pasti per un determinato periodo e nei successivi test a tre e sei mesi di distanza si sono riscontrati gli effetti benefici sul calo dei valori di glicemia.
ALGHE MARINE PER ABBASSARE LA GLICEMIA
Infatti, come detto, a essere prese in esame sono state delle persone in condizione di pre-diabete, ovvero non ancora colpite dalla patologia ma in cui era facile riscontrare valori di glucosio nel sangue elevati, ovvero tra i 100 e i 125 mg/dl. Commentando i risultati dell’indagine, Giuseppe Derosa (autore dello studio oltre che responsabile del Centro di Diabetologia presso l’Università di Pavia) ha spiegato che la condizione di pre-diabete spesso viene affrontata solo prescrivendo le solite correzioni alla dieta e del movimento fisico ma con la terapia a base del preparato nutraceutico prodotto dalle alghe marine (che sono utili anche per controllare l’ipertensione) si interviene in modo mirato e più efficace per contrastare l’incremento dei valori della glicemia. “Il diabete è un problema di salute pubblica oltre che di spese per il Servizio Sanitario Nazionale e per questo se riusciamo a intervenire efficacemente il prima possibile sul pre-diabete possiamo contenere il proliferare di nuovi casi” ha spiegato Derosa che, a proposito dei risultati della ricerca, spiega che comunque andranno in futuro approfonditi per avere ulteriori conferme.