I cantieri del Ponte sullo Stretto verranno aperti entro l’estate 2024: ad annunciarlo è il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini a Napoli, dove rilancia anche il cavallo di battaglia della Lega, l’Autonomia differenziata. «Sarà un vantaggio per tutti. Danneggia solo chi non sa governare». Quel che bisogna chiedersi, secondo il vicepremier, è se i servizi attuali funzionano e se sono uguali al Nord come al Sud. «Il sistema centralizzato mi sembra non abbia funzionato. L’autonomia non toglie un euro a nessuno». Salvini fa l’esempio della Basilicata, dove «c’è abbondanza di petrolio e acqua ma gestite a livello centrale: perché non se ne possono occupare i lucani, risparmiando soldi?». Ma c’è anche il caso della Campania, dove i beni culturali possono essere gestiti da Napoli. «E se invece di spendere 100, spendo 90, quello che resta lo uso per abbassare le tasse ai napoletani».
In questo modo la competizione riguarderà una migliore regione. «Scommetto che le regioni del Sud, messe in condizioni di correre, non avranno nulla da imparare da nessuno. Funziona così in Svizzera, Germania, Usa e nell’arco di qualche anno le distanze tra Nord e Sud si andrebbero ad accorciare», le parole del ministro riportate da Il Mattino. L’obiettivo di Salvini è quello «di unire il paese più di tanti chiacchieroni prima».
SALVINI A NAPOLI: DAL PONTE SULLO STRETTO ALLA MANOVRA
Tornando al Ponte sullo Stretto, Matteo Salvini ribadisce di essere contro le ingiustizie: «Sono un testone, e poiché da 52 anni milioni di siciliani non hanno diritto alla continuità territoriale, il primo obiettivo è quello di aprire i cantieri entro la prossima estate». Il riferimento è alla società Stretto di Messina creata nel 1971. Ma il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture parla anche della manovra che, «senza moltiplicare pani e pesci, cerca di essere equilibrata in un contesto internazionale complicato». Infatti, prevede una crescita a fine anno dell’economia italiano, mentre «mezzo mondo rallenta».
La nuova legge di Bilancio, comunque, parte da un presupposto, chiarito da Salvini: «Abbiamo fatto una scelta: i lavoratori e i pensionati, pensando soprattutto agli stipendi e alle pensioni medio bassi. Ci sono 14 miliardi di euro che vanno a 14 milioni di lavoratrici e lavoratori. Sono mille euro, 100 euro al mese, a testa per gli stipendi fino a 35mila euro all’anno». Ma il leader della Lega rassicura che non ci saranno «incursioni notturne sui conti correnti» né un ritorno alla Fornero: «Non ci sarà nessuna quota 104: l’obiettivo della legislatura è di arrivare a quota 41».