Migranti: Salvini, Renzi, Gentiloni e Conte sono tra i 122 politici denunciati alla CPI da ong e due avvocati per crimini contro umanità nel Mediterraneo
MIGRANTI, MAXI DENUNCIA ALLA CPI
Due avvocati, l’Ong front-LEX e un gruppo di studenti di diritto internazionale dell’Università Sciences Po hanno presentato alla Corte penale internazionale (CPI) una memoria legale di settecento pagine per chiedere che sia avviata un’indagine su crimini contro l’umanità commessi nel Mar Mediterraneo tra il 2014 e il 2019 contro migranti e richiedenti asilo.
Nel mirino sono finiti 122 politici e funzionari europei, soprattutto italiani, come gli ex premier Matteo Renzi, Paolo Gentiloni e Giuseppe Conte; in qualità di ministri, Matteo Salvini, Angelino Alfano, Andrea Orlando, Marco Minniti ed Elisabetta Trenta, ma anche l’ex sottosegretario all’Interno Domenico Manzione e l’ex comandante della Guardia costiera Vincenzo Melone.

Tra le altre figure di spicco finite sotto accusa figurano il segretario generale della NATO Mark Rutte (all’epoca primo ministro dei Paesi Bassi), l’ex cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente francese Emmanuel Macron, gli ex ministri Bernard Cazeneuve e Thomas de Maizière, il primo ministro polacco Donald Tusk (ex presidente del Consiglio europeo), l’ex capo di Frontex Fabrice Leggeri, l’ex alta rappresentante per la politica estera europea Federica Mogherini e l’ex vicepresidente della Commissione Ue Frans Timmermans.
COSA CONTIENE IL DOSSIER: LE ACCUSE
Secondo il dossier, con le loro politiche migratorie avrebbero causato la morte di oltre 25.000 migranti nel Mediterraneo e il trasferimento forzato in Libia di più di 150.000 persone, permettendo inoltre che queste venissero torturate, stuprate e ridotte in schiavitù nei centri di detenzione libici.
I legali Juan Branco e Omer Shetz e il resto del loro team hanno lavorato per sei anni, intervistato 77 testimoni ed esaminato numerosi documenti pubblici (come verbali di riunioni di alto livello del Consiglio europeo) e riservati, per redigere il dossier con cui ricostruiscono i crimini. Tali atti sono ritenuti la conseguenza non di eventi casuali, ma di scelte politiche deliberate per bloccare l’arrivo dei migranti in Europa.
Per questo motivo, si chiede alla Corte Penale di aprire un’indagine preliminare sui crimini nel Mediterraneo, di riconoscere le vittime come richiedenti asilo e non come “migranti libici”, di esaminare anche i crimini successivi al 2019 e di raccogliere nuove prove.
IL PRESSING DEI LEGALI PER L’INDAGINE
Questo, tuttavia, non è il primo tentativo dell’Ong, che aveva già denunciato la questione nel 2019. Inoltre, la vicenda si intreccia con un altro caso spinoso, quello di Almasri: un’indagine dell’ONU aveva confermato crimini contro i migranti coinvolgendo anche funzionari dell’UE. Quest’anno è stato emesso un mandato di arresto contro Almasri per crimini contro i migranti, ma il governo italiano lo ha riportato segretamente in Libia, invece di consegnarlo alla CPI, e il Parlamento ha impedito il processo contro i ministri coinvolti.
Secondo i due avvocati, il procuratore della Corte Penale Internazionale avrebbe dovuto intervenire, poiché i crimini contro i migranti di sua competenza sono tuttora in corso e i responsabili sono ancora in libertà. Tuttavia, il procuratore ha comunicato al Consiglio di sicurezza dell’ONU l’intenzione di chiudere le indagini sulla situazione in Libia entro il prossimo anno: l’iniziativa di front-LEX mira dunque anche a impedirlo.
