In vista dell’appuntamento di questa sera con Quarta Repubblica nel corso del quale sarà intervistato a lungo Alessandro D’Acquisto – il fratello del vicebrigadiere eroe della Seconda guerra mondiale Salvo D’Acquisto – vale la pena ripercorrere la storia che ha permesso al Carabiniere di accedere al percorso di beatificazione recentemente validato (in attesa ancora della cerimonia formale) da Papa Francesco ma avviato già nel lontano 1983 con una pratica che ha subito diversi rallentamenti: a parlare per Salvo D’Acquisto – d’altronde – è la sua stessa storia; mentre se d’ora in poi venisse anche certificato un miracolo a suo nome si potrebbe procedere alla canonizzazione in quanto Santo.
Senza mettere – come si dice – il carro davanti ai buoi, è importante partire dal principio per ricordare che di Salvo D’Acquisto si parla soprattutto a patire dal 1943 quando avvenne il suo importante sacrificio: in seguito ad un tragico incidente nel quale perse la vita un soldato nazista, il vicebrigadiere fu interrogato ipotizzando che si trattasse di un attentato terroristico, mettendolo davanti al fatto che in assenza di un colpevole sarebbero stati giustiziati 22 ostaggi rastrellati casualmente tra la popolazione; non riuscendo a dimostrare che si trattò di un fatale incidente e dovendo agire in fretta per salvare gli ostaggi, Salvo D’Acquisto confessò un reato che non aveva commesso finendo fucilato sul posto in cambio della vita e della libertà delle altre 22 persone.
Perché Salvo D’Acquisto sarà Beato: il lungo processo e il riconoscimento dell’Offerta della Vita
Una storia – quella di Salvo D’Acquisto – permeata insomma di carità e coraggio, con un vero e proprio esempio di moderno martirio accompagnato da una ferma fede in Dio e dalla rettitudine morale che portò l’allora 23enne vicebrigadiere a non nutrire nessun rapporto amoroso: furono proprio questi aspetti (testimoniati da chiunque lo conoscesse, tra amici e commilitoni) che spinsero il Carabinieri alla decisione di sacrificare la sua vita per salvarne altre 22.
Come dicevamo già prima, il processo di beatificazione di Salvo D’Acquisto iniziò nel 1983 per volere dell’Ordinariato Militare, ma una prima svolta di ebbe solamente nel 1996 quando a causa di un errore di trascrizione – che indicò sulla causa di indagare “sulla vita, martirio e fama di martirio” invece che sulla “eroicità delle virtù” – si avviò un’indagine sull’effettivo martirio portando ad un’interruzione della pratica nel 2007 quando non emersero (secondo la Congregazione delle Cause dei Santi) abbastanza prove per definirlo martire.
Una seconda – e speriamo definitiva – svolta c’è stata poi nel 2017 quando Papa Francesco ha introdotto la terza via della santità oltre alle “eroicità delle virtù” e al “martirio” (entrambe già negate per Salvo D’Acquisto): grazie all’introduzione della vita della “offerta della vita” il fascicolo è tornato sui banchi del Vaticano e alla fine – pochi giorni fa con la convocazione di un Concistoro – ha ottenuto il via libera da parte di Papa Francesco; mentre ora resta solamente più da celebrare l’apposita funzione di beatificazione.