Per l’omicidio di Saman Abbas, la povera 18enne assassinata a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, a maggio del 2021, i genitori e i cugini sono stati condannati all’ergastolo, mentre lo zio a 22 anni di carcere. E’ giunta nella giornata di ieri la sentenza del processo d’appello presso il tribunale di Bologna ai danni dei cinque imputati, tutti ritenuti responsabili, a vario titolo, della morte della ragazza trovata solo dopo mesi in un casolare abbandonato.
Una condanna esemplare e durante il processo la corte ha riconosciuto sia l’aggravante della premeditazione, visto che l’omicidio era stato pianificato tempo prima, sia quella dei futili motivi, visto che la povera Saman Abbas è stata ammazzata solo perchè voleva stare con il suo fidanzato conosciuto in Italia, e non con quello che la famiglia le aveva scelto. E’ stato comunque accolta solo in parte la richiesta della procura, che aveva chiesto l’ergastolo per tutti e cinque gli imputati, ma in ogni caso le pene sono state ben più gravi rispetto al processo di primo grado, quando Nazia Shaheen e Shabbar Abbas, rispettivamente madre e padre di Saman, erano stati condannati all’ergastolo, mentre lo zio Danish a 14 anni, e i cugini Noman e Ikram erano stati assolti.
SAMAN ABBAS, UCCISA NEL 2021: TUTTI I CONDANNATI SI DICHIARANO INNOCENTI
Fino ad ora, come ricorda anche TgCom24.it, nessuno dei cinque imputati ha mai confessato l’omicidio e tutti si sono sempre dichiarati innocenti, ma lo zio Danish aveva fatto ritrovare il cadavere, ed è probabile che questa decisione in favore ovviamente della corte, deve aver attenuato la pena nei suoi confronti. I genitori di Saman, invece, erano scappati in Pakistan pochi giorni dopo la scomparsa della loro figlia di appena 18 anni, e riportati in Italia dopo un lungo iter giudiziario.
La decisione è giunta dopo circa tre ore di Camera di consiglio, di fronte ad un’aula gremita dai giornalisti ma anche da un gruppo di donne che ha deciso di esporre un cartello contro i femminicidi, con la scritta “Se domani tocca a me voglio essere l’ultima”, fra queste anche Elena Carletti, ex sindaca del Comune di Novellara. La “colpa” di Saman Abbas, come detto sopra, è stata semplicemente quella di voler scegliersi la vita e di voler vivere all’occidentale. Sui social si faceva chiamare Italiangirl, e non era interessata alla religione ne tanto meno agli usi e ai costumi della propria famiglia. Voleva vivere libera, senza velo ne tanto meno delle restrizioni, ma soprattutto, non voleva sposare una persona che i genitori avevano scelto per lei.
SAMAN ABBAS, UCCISA NEL 2021, CONDOTTA PER MANO DELLA MADRE
Nulla di tutto ciò era però accettabile dalla famiglia che dopo aver meditato con attenzione il da farsi, la notte fra il 30 aprile e il primo maggio del 2021, in un vialetto vicino a casa, ha appunto ammazzato la ragazza, molto probabilmente strangolata e poi il suo corpo nascosto in un casolare abbandonato, come se Saman Abbas fosse uno scarto da gettare in discarica. Nella mente di che segue il caso dal 2021, restano impresse le immagini degli ultimi istanti di vita di Saman, con la ragazza che si incammina verso il vialetto dove poi troverà la morte, a fianco della madre, una donna quest’ultima che avrebbe dovuto proteggerla fino agli ultimi suoi giorni, e che invece l’ha uccisa, sangue del suo sangue.
La sua morte inizialmente rimase avvolta nel mistero, nel frattempo iniziarono le indagini e gli arresti, a cominciare dai cugini e dallo zio, che a novembre del 2022 fece ritrovare il corpo della ragazza, nascosto sotto tre metri e pressochè impossibile da trovare. In aula i cinque imputati hanno tutti negato e pianto, spiegando a più riprese di non aver mai ucciso la propria figlia/nipote/cugina; si sono anche puntati il dito contro, negando le parole del fratello di Saman, l’unico innocente e considerato il testimone chiave: alla fine non è servito a nulla ed è arrivata la condanna.