Samara Challenge/ Dietro il mistero, il diavolo ritorna sotto tante maschere

- Monica Mondo

Dilagano le ragazzine travestite da “Samara”, ma anche le spedizioni punitive. Un misto inedito di social, stupidità e paura

samara 640x300 Samara a Catania (Youtube)

Samara, chi era costei? Una ragazzina dotata di poteri paranormali, morta drammaticamente: un’ombra che ritorna a vendicarsi, un’erinni scarmigliata e terribile, protagonista di un film di grande successo, The ring. Un film horror, di quasi vent’anni fa, parodiato infinite volte, perfino nei cartoni animati. Poiché Erinni è termine di scarsa comprensione, oggidì, sostituiamolo con portasfiga, ed ecco che Samara Challenge diventa l’emblema della maledizione, della disgrazia che ti perseguita, l’incombente calamità. La jella. E la jella si combatte, da secoli, da millenni, con l’odio, la violenza: la storia tragicamente ce lo insegna, dalle donne streghe ai bambini albini delle tribù africane. Ma perché allora divertirsi a travestirsi da Samara, e suscitare spavento negli ignari concittadini, vagando per le strade con abito fantasmico e capelli neri, volti emaciati e occhi affossati? È così desiderabile assurgere a simbolo della malasorte? Misteri.

Mistero sulla dilagante mania che, partita da un buontempone siciliano, sta contagiando rapidamente ragazzini e non solo di mezza Italia. Il contagio è enfatizzato e dilatato dai social, of course. Solo che le reazioni degli spettatori malcapitati non sono propriamente spiritose, visto che la sfiga, come si sa, spaventa. E già abbiamo nota di ragazzine assalite da bande di persone armate di bastoni e spranghe, di spedizioni punitive e di conseguenza di “samare” travestite che si armano di coltello per una possibile difesa. La notizia più sconcertante è quella di una madre arrestata per aver seminato il terrore, mettendo a rischio nientemeno che la figliola. Incredibile dictu.

Ci sono piccole considerazioni da fare, per non leggere solo con scuotimenti di testa o ridanciana curiosità i fatti. L’assoluta mancanza di maturità ed educazione negli adulti, sia quelli che evidentemente annoiati espongono alle reazioni isteriche i propri figli, sia soprattutto quelli che reagiscono con l’odio, le percosse, individuando in sciocche, ma pur giocose performance il mostro latente e in agguato. Poi c’è l’utilizzo svalvolato di filmatini su Facebook e Instagram, che trasforma in fenomeno la purtroppo antica abitudine di isolare  gli “strani”, di scaricare su di loro rabbia e paure. Poi c’è la paura, in primis della morte: cancellata, nascosta dalla vita quotidiana si prende la rivincita spuntando dai film, dai romanzi, dai videogiochi. Non è un caso che le serie tv di maggior successo giochino proprio sull’ingombrante presenza di un iniquo Mistero che è pronto ad agguantarci all’improvviso. Vampiri e demogorgoni insegnano. Infine c’è l’esibizionismo, vizio antico, che l’ipercomunicazione scatena in forme sempre più assurde.

Temo che quest’anno ad Halloween vedremo innumerevoli emanazioni di “samare”: e per evitare il panico, c’è un solo modo, diffondere il contagio, trasformarlo in virus. Se giocattolai e costumisti, diari scolastici e travestimenti per vecchie carampane utilizzeranno Samara, la trasformeranno in pupazzo, e la paura svanirà. Si sono sdoganati fantasmi e zombie, figurarsi le ragazzine demoniache. Soprattutto, si è sdoganato, riducendone il potere, svalendone la forza, il diavolo. Attenzione, ritorna, sotto tante maschere.





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