In via Valtellina 2, la vita dei residenti è cambiata in modo drammatico da quando un nuovo inquilino ha preso possesso di un appartamento al piano rialzato.
Un’aria pesante in via Valtellina per la presenza di Samuels Samardo
Samardo Samuels, ex cestista giamaicano di 36 anni, famoso per il suo passato in NBA e all’Olimpia Milano, è arrivato con l’intenzione di ricominciare una nuova vita. Ma la sua presenza ha ben presto generato un clima di paura e tensione che ha rovinato la quotidianità di chi abita lì. Da sabato notte, quando è stato arrestato dai carabinieri per atti persecutori e violazione del divieto di avvicinamento, i vicini non riescono a liberarsi dal terrore.
Sul cornicione del davanzale c’è ancora una bottiglia stappata. Il marciapiedi è «macchiato», sporco. Le finestre sono chiuse, ma dietro le tende s’intravede una luce accesa. Una scena che resta immutata da giorni, simbolo di una situazione che non sembra risolversi. Samuels è stato arrestato e portato in camera di sicurezza, ma una volta rilasciato è tornato nel suo appartamento, dove, nonostante il divieto di avvicinamento, è rimasto a pochi passi dai suoi vicini. La sua presenza, anche dopo l’arresto, continua a turbare chi vive nel palazzo.Samuels, rientrato nel suo appartamento dopo l’arresto, è tornato a vivere a pochi passi dai suoi vicini, ai quali doveva stare lontano dal 20 febbraio. Eppure, la paura non è mai svanita.
Samuels: un incubo quotidiano
Il suo arrivo ha scosso la tranquillità del palazzo. Per le famiglie che ci vivono, ogni giorno è diventato un po’ più difficile. “Ci sentiamo ostaggi”, raccontano gli abitanti, terrorizzati dalle aggressioni verbali e dalle minacce. All’inizio, molti erano curiosi, pensando che Samuels fosse una celebrità da osservare con un certo interesse. Ma quel sentimento è sparito in fretta. “Appena ci avvicinavamo, lui e il suo cane ci venivano addosso”, dicono.
La situazione è peggiorata quando Samuels ha iniziato a comportarsi in modo strano: parlava da solo, in un mix di italiano e inglese, e a volte lo si vedeva in mutande, su un monopattino, nel cortile del palazzo. La situazione è diventata insostenibile quando, durante un’altra discussione, Samuels ha cominciato a tirare testate contro il muro, mentre alcuni residenti si rifugiavano nei locali sotterranei. La paura si è fatta palpabile, anche tra i bambini. “Le bambine piangevano”, raccontano alcuni vicini. Con il suo comportamento, Samuels ha lasciato un segno indelebile in queste persone, che ora sperano che il tribunale possa finalmente prendere una decisione che porti a una soluzione per tutti.