Celebriamo San Benedetto di Aniane il 12 febbraio, un Santo nato nella cittadina francese di Villeneuve-lès-Maguelone in Occitania nel 750 circa, deceduto il 12 febbraio 821 ad Acquisgrana. San Benedetto d’Aniane non è, almeno in Italia, propriamente Patrono di alcuna città, per quanto lo si riconosca come Patrono d’Europa per la sua opera fondamentale nel riportare con forza la regola benedettina che si estese ad altre nazioni, altri monasteri; assieme all’arcivescovo di Narbonne e al vescovo di Lione contrastò efficacemente le eresie.
San Benedetto di Aniane, la vita
San Benedetto di Aniane era un monaco cristiano appartenente alla tribù barbara, convertita al cristianesimo, dei visigoti, quindi un nobile, figlio del conte Agilulfo che aveva possedimenti e influenze nel sud francese, appunto in Occitania. San Benedetto d’Aniane fu condottiero, studiò sotto le benevolenze nel palazzo di Pipino il Breve, partecipò nelle truppe di Carlo magno alle guerre italiane per contrastare l’egemonia dei Longobardi, ma proprio in quel momento capì che la sua vita sarebbe stata votata alla Parola di Dio e si fece monaco. Il suo nome di battesimo fu Vitiza che mutò in Benedetto in seguito alla grande passione che, durante i suoi studi nel monastero non lontano Digione di San Sequano, mise nell’apprendimento della regola benedettina di San Benedetto da Norcia, per lui una grande illuminazione assieme a San Colombano abate.
La sua vita si votò nel riportare alla regola benedettina originale la vita dei monaci ma fu contrastato sia da Carlo Magno che dal suo stesso monastero, dai dai monaci di Saint-Seine.
Eppure la sua strada era illuminata e fu grazie ai favori di Re Ludovico il Pio, monarca d’Aquitania, che benedetto d’Aniane, fondando un nuovo monastero nei terreni di famiglia, appunto in Aquitania, poté finalmente tornare alla regola originale del santo di Norcia, l’ars et labor così famosi in tutto il mondo. Durante il giorno i monaci lavoravano in comunione: il mattino e la sera erano dedicati alla preghiera e la sua opera di divulgazione delle regole benedettine, da lui ampliate e focalizzate sui principi generali delle regole originarie, gli concesse l’opportunità di fondare altri monasteri sempre nel sud transalpino.
Combatté alacremente l’eresia che voleva il Cristo persona speciale ma sempre inferiore al Creato, l’eresia definita adozionista: per Benedetto Cristo era ciò che è narrato nei Vangeli, la parte integrante della trinità quindi non un essere speciale scelto da Dio ma parte della Trinità Altissima. La sua presenza fu formalmente richiesta dalla Chiesa per supportare le tesi contro le eresie adozioniste in tre concili alla fine dell’VIII secolo: il concilio di Ratisbona del 792, di Francoforte del 794 e di Aquisgrana del 799. Purtroppo il periodo invernale non aiuta né ispira celebrazioni e feste paesane dedicate ad un santo, fondamentale, ma pur sempre transalpino. In alcune Chiese si celebra la memoria e il ricordo del Santo con una messa solenne, soprattutto parrocchie con annessi monasteri benedettini, ma, in particolare, non abbiamo momenti di vita collettiva ispirati alla figura del santo.
Tutti gli altri Beati di oggi
Assieme a San Benedetto d’Aniane, il 12 febbraio celebriamo anche, tra i tanti: Sant’Antonio Cauleas, Patriarca di Costantinopoli, Sant’Antonio Cauleas, Patriarca di Costantinopoli, San Benedetto Revelli, vescovo di Albenga, Beata Ombelina di Jully, badessa, Beati Tommaso Hemmerford, Giacomo Fenn, Giovanni Nutter e Giovanni Munden, martiri, San Damiano d’Africa, martire.