San Cirillo/ Oggi, 18 marzo si celebra il patrono di Carpino

- Matteo Fantozzi

San Cirillo viene ricordato come ogni anno il 18 marzo. Viene considerato il Patrono di Caprino, tutto quello che c'è da sapere sulla sua vita.

san cirillo 2022 iconografia 640x300.jpeg San Cirillo

Il 18 marzo si festeggia San Cirillo, vescovo e dottore della Chiesa. È patrono di Carpino, un paesino di 4 mila abitanti in provincia di Foggia. Si trova nel parco nazionale del Gargano e tra le tante attrattive che offre ci sono il palio di san Rocco che risale all’Ottocento e che si svolge proprio durante la relativa festività, così come il Carpino Folk Festival. Inoltre, qui si possono degustare un pregiato olio d’oliva e le fave. Come si svolgono i festeggiamenti dedicati a san Cirillo?

Il tutto inizia ovviamente con una messa, per poi passare a un processione per le vie del paese di una statua lignea del santo accompagnata da un’altra che rappresenta la Madonna del Rosario. Nel frattempo, i fedeli lanciano fiori di ginestra. Il 18 marzo si ricordano anche Sant’Adeodato di Napoli, San Giovanni di Chinon, San Sansone, San Zolio di Cordova e San Tommaso Toan.

San Cirillo, la vita del Beato

Per la sua provenienza, è anche conosciuto come San Cirillo Alessandrino, essendo nato infatti alla fine del IV secolo in questa città egiziana da genitori cristiani. Il suo emblema, data la sua posizione nella gerarchia ecclesiastica, è il bastone pastorale. Nipote di Teofilo, era stato cresciuto per onororarlo e rispettarlo come suo superiore, suo benefattore e maestro in scienza sacra. Studiò a Gerusalemme. Oriente rimase separato dalla Chiesa di Roma proprio per le scelte di Teofilo e di Nestorio, vescovo di Costantinopoli. La questione centrale di questa rottura sta nell’identificare la Vergine Maria come “madre di Cristo” (Christotókos) piuttosto che come “madre di Dio”. (Theotókos). Questo implicava in secondo luogo la negazione dell’incarnazione divina (la divinità era stata conferita a Cristo solo per i suoi meriti ma era nato semplicemente come uomo) e la partecipazione di Maria al piano divino della salvezza. Inizialmente anche Cirillo utilizzò questo appellativo, ma grazie a un monaco eremita, Isidoro di Pelusio, il futuro santo cambiò opinione riguardo alle cause di questa separazione tra le due Chiese. Nel frattempo, Cirillo mise in guardia i fedeli, soprattutto i monaci solitari dei quali era diventato ormai piuttosto devoto. Cercò di riconquistare Nestorio, ma con insuccesso.

Il nuovo patriarca di Alessandria, papa san Celestino I, condannò questa eresia (così infatti venne giudicata nel concilio di Efeso nel 431) e chiese proprio a Cirillo di deporre il vescovo. Nestorio però mise in atto varie trame per ritardare il suo ritiro. Apparve così al fianco del santo una donna altrettanto devota, Pulcheria, sorella di Teodosio II detto il Grande e imperatrice dell’impero romano d’Oriente che insegnò e rinforzò la devozione a Maria. San Cirillo compose delle pregiate lodi mattutine, celebrate da altri santi e scrittori, che appaiono anche registrate negli atti dei concili di Efeso e Calcedonia. Diventato vescovo di Alessandria, espulse gli ebrei che avevano pianificato un massacro dei cristiani, così come cacciò i seguaci di Novato. Papa Leone XIII lo dichiarò dottore della Chiesa nell’Ottocento, riconoscendo come fondamentale la sua devozione e il suo lavoro riguardo alla figura di Maria.





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