Il 21 dicembre di ogni anno, la Chiesa ricorda San Pietro Canisio che fu l’ottavo gesuita a prendere i voti presso la Compagnia di Gesù. A lui dobbiamo la pubblicazione delle opere di San Leone Magno, San Girolamo, San Cirillo di Alessandria e Osio di Cordova, ma soprattutto è l’ideatore del Catechismo, una prima versione di quello che conosciamo oggi, scritto in latino e con un linguaggio in grado di essere compreso da tutti. La beatificazione avvenne nel 1869 tramite Papa Pio IX e diventò Santo nel 1925, grazie a Papa Pio XI che lo nominò anche Dottore della Chiesa.
La vita di San Pietro Canisio: un letterato dal grande cuore
Dottore della Chiesa e sacerdote della Compagnia di Gesù, S. Pietro Kanijs (Canisio, nella forma latinizzata) nasce in Olanda, a Nimega, nel 1521. Figlio di Giacomo, borgomastro della città, e di Egidia Houweningen, mostra fin da piccolo un’inclinazione alla pietà e un particolare interesse per la religione. Iniziati gli studi presso l’università cattolica di Colonia per una formazione più completa, Pietro si distingue per disciplina e rendimento scolastico. La lettura degli Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio dà una svolta decisiva alla sua vita.
L’incontro con il teologo francese Pietro Fabro, primo compagno di S. Ignazio di Loiola e cofondatore della Compagnia di Gesù (beatificato nel 1872 da Papa Pio IX), lo avvicina all’ordine dei gesuiti, spingendolo ad emettere i voti solenni. Dopo un breve periodo in Italia, prima in Sicilia e poi a Bologna, viene mandato da S. Ignazio in Germania, ove per molti anni si impegna a difendere e rafforzare la fede cattolica fondando vari collegi, punto di partenza per il rinnovamento e la riforma del cattolicesimo. Partecipa attivamente a tre Congregazioni Generali, intervenendo al Concilio di Trento (come consigliere del Papa e teologo del cardinale Truchsess) e dedicandosi sapientemente ad altri delicati compiti in qualità di superiore provinciale.
Ricevuto in dono dalla divina grazia la sacra eloquenza, San Pietro Canisio si distingue per la capacità di illuminare le menti, toccare gli animi e muovere le volontà verso la via della giustizia. A lui si deve il Catechismo, uno scritto latino che fin da subito gode dell’universale ammirazione e presto viene divulgato in tutto il mondo cattolico. Il volume racchiude le prime verità cristiane raccontate con un linguaggio chiaro e semplice, comprensibile ai ragazzi di vario livello culturale e sociale. S. Pietro Canisio non ha mai avuto grande considerazione di sè, reputandosi l’ultimo di tutti. Rifiuta per ben tre volte il vescovado viennese ed è noto per aver custodito la castità fino alla morte, avvenuta in Svizzera il 21 dicembre 1597, che segna il definitivo riposo dalle sue fatiche. Attualmente, il corpo è sepolto nella chiesa universitaria di Sankt Michael, a Friburgo.
Il patronato di San Pietro Canisio
San Pietro Canisio è patrono di Strembo, un paesino del Trentino-Alto Adige/Südtirol che conta appena 600 anime. In occasione della festa del Santo, si tengono eventi religiosi e non, in uno scenario da fiaba, con tanta neve e un’atmosfera natalizia che fanno da grazioso sfondo.
Gli altri Santi del giorno
Il 21 dicembre, oltre a San Pietro Canisio, si festeggiano anche San Michea, profeta difensore degli oppressi; San Temistocle martire; Beato Domenico Spadafora, sacerdote dell’Ordine dei Predicatori; i Santi Andrea Dung Lac e Pietro Truong Van Thi, sacerdoti e martiri, e infine Beato Pietro Friedhofen, religioso e fondatore della Congregazione dei Frati della Misericordia di Maria Ausiliatrice.