In origine San Raffaele veniva festeggiato dalla Chiesa Cattolica proprio in questo 24 ottobre e ancora oggi alcuni tengono a celebrare il proprio onomastico in questo giorno di fine ottobre: in realtà il Calendario dei Santi da qualche anno ha riunito nel 29 settembre un trittico di angeli centrali nella storiografia e testimonianza cristiana, ponendo l’Arcangelo Gabriele, Raffaele e Michele in un’unica festa a fine settembre. Resta però la tradizione e la volontà di molte famiglie di festeggiare tutti i Raffaele, Raphael e Raffaella il 24 ottobre, motivo per cui proprio nella giornata di oggi un pico improvviso di ricerche sul web indaga sulle origini e il significato per la Chiesa della figura del grande Arcangelo “guaritore”. Un nome ebraico costituito da “rapha”, che significa “Egli ha guarito”, e “El” che in ebraico vuole dire “Dio”: reso assieme, San Raffaele significa nient’altro che “Dio salva, guarisce”, ovvero quel concetto stesso di Salvatore che il Signore ha voluto proiettare su uno dei suoi “collaboratori” prediletti, quell’Arcangelo entrato nella storia della Bibbia con l’episodio di Tobia.
SAN RAFFAELE, L’ARCANGELO “CHE GUARISCE”
La figura di San Raffaele infatti riguarda quell’angelo entrato in “soccorso” di un pescatore accompagna e custodisce Tobiolo nelle peripezie del suo viaggio e gli guarisce il padre cieco Tobia. Non solo, Raffaele è quello stesso angelo salvatore che riesce a far sposare secondo la tradizione Tobiolo con la virtuosa figlia di Raquel, Sara, dopo averla liberata da un demonio che la perseguita. Come spiega la Bibbia, celebrate le nozze, Raffaele guida i due sposi sulla strada del ritorno verso la casa paterna. E dopo il felice ritorno, sempre per il consiglio di Raffaele, Tobiolo restituisce prodigiosamente la vista al padre, ponendo sopra i suoi occhi il fiele del pesce del Tigri. Proprio per quota figura di “soccorritore”, di colui che “guarisce”, San Raffaele è ricordato nella Chiesa cattolica come il patrono di medici, oculisti e farmacisti; la città di Napoli è molto devota a San Raffaele e si ricorda l’usanza di invitare le donne che hanno difficoltà ad avere figli a baciare il pesce del santo. Particolare è la tradizione ancora vivissima nella città di Cordoba in Spagna dove sono sparse diverse testimonianze della devozione per il Santo Arcangelo (così perché secondo la Bibbia è uno dei setti angeli che stanno davanti al trono di Dio), con numerosi monumenti, soprannominati I Trionfi, che gli rendono onore trasformandoli in tappe obbligate per il turista in visita alla città andalusa (fonte Lettera43). Proprio per questa devozione, la Chiesa ha riconosciuto solo per Cordoba la possibilità di celebrare ufficialmente San Raffaele il 24 ottobre.