Il 9 dicembre è il giorno della commemorazione di San Siro, probabilmente vissuto durante il IV secolo. Tuttavia, dell’esistenza del primo vescovo della diocesi di Pavia si sa ben poco. Il culto di San Siro di Pavia è estremamente importante non solo per la provincia lombarda, ma anche a livello nazionale. Nonostante a partire dal 1969 non faccia più parte del calendario universale dei santi cattolici, mantiene un ruolo di primo piano. Molti collegano la sua figura all’omonimo stadio calcistico di Milano. Siro è stato sepolto presso la chiesa dei Santi Gervasio e Protasio. Quindi, il suo corpo è stato spostato nell’omonima cappella situata nel Duomo di Pavia.
A lui viene intitolato un dolce tipico pavese da acquistare il 9 dicembre. Si tratta di un pan di Spagna con cacao e tracce di rhum, da farcire con della crema di burro alla nocciola. Molto nota è anche la cosiddetta maledizione di San Siro, con l’annuncio del crollo della torre più alta di Pavia che sarebbe avvenuto un venerdì 17. E andò a finire proprio così, nel 1989. Come si può ben intendere, San Siro è il santo patrono di Pavia e dell’omonima diocesi. Insieme a lui, il 9 dicembre si festeggiano numerosi altri santi molto importanti. Tra questi, menzioniamo la badessa Santa Balda di Jouarre, l’abate San Cipriano di Genouillac, il francescano Beato Francesco da Novara, la vergine e martire Santa Leocadia di Toledo, il sacerdote San Pietro Fourier e la martire Santa Valeria di Limoges.
San Siro, la sua vita
Secondo alcune fonti, San Siro di Pavia sarebbe vissuto addirittura nel corso del I secolo. Un inserimento del genere è dovuto solo all’esigenza di aggiungere la diocesi pavese alla lista delle Chiese apostoliche. Il canonico Beretta si sarebbe occupato della genealogia episcopale di Pavia e confermerebbe la tesi in base alla quale Siro sarebbe vissuto non prima del IV secolo. Le discussioni vanno ancora avanti, ma sembra quasi certo che Siro fosse stato un vescovo itinerante in grado di evangelizzare buona parte dell’Italia del Nord. A tal proposito, l’avello sepolcrale omonimo assume un ruolo di notevole importanza e costituisce una valida prova archeologica.
Secondo un’altra fonte, San Siro avrebbe condotto i pani e i pesci che Gesù avrebbe poi moltiplicato subito dopo. Quindi, il ragazzo sarebbe diventato un vescovo di Pietro a Roma, che poi lo avrebbe condotto presso la Pianura Padana per evangelizzarla. Attualmente, i devoti di Pavia lo considerano come un motivo di puro vanto. Infine, un’ultima tesi lo localizza nell’VIII secolo e ritiene che fosse stato un discepolo di Sant’Ermagora.