Sánchez, l'ultimo scandalo che travolge il premier spagnolo: casa comprata coi soldi dei bordelli del suocero? Ma spuntano anche finanziamenti al PSOE
Pedro Sánchez resta nell’occhio del ciclone, nonostante stia tentando di resistere agli scandali delle ultime settimane. Ma il muro innalzato dal governo traballa, visto che il PSOE sta perdendo un terzo del suo elettorato femminile, secondo un recente sondaggio del CIS.
Si spiega anche così la mossa dei socialisti di accelerare con misure come l’espulsione dei tesserati coinvolti in vicende di prostituzione e il tentativo di approvare, per l’ennesima volta, una legge per l’abolizione della stessa. Ma il Partito Popolare va all’attacco, accusando il premier spagnolo di incoerenza.
Così torna a galla la vicenda del suocero, il defunto Sabiniano Gómez, noto per la gestione di una rete di saune e bordelli a Madrid. Le ombre sul suocero si trasformano in accuse pesanti quando il PP rivela che alcuni appartamenti del primo ministro siano stati acquistati con i proventi del suocero.
Stando a quanto riportato da La Razón, non è un mistero che il padre di Begoña Gómez abbia «gestito saune gay e un bordello con donne, attività che sono state della sua famiglia fino a poco tempo fa. La più nota delle tre saune è Adán, e nella capitale madrilena si è sempre detto che vi si praticasse la prostituzione».
SAUNE E BORDELLI, DAL SUOCERO UNA NUOVA GRANA PER SÁNCHEZ
Le voci compaiono anche in alcune audizioni di José Manuel Villarejo, un ex commissario finito negli anni passati al centro dei grandi scandali politici spagnoli: si parlava anche del fatto che Begoña Gómez lavorasse come contabile per l’azienda del padre e si ammetteva che le saune venissero utilizzate dagli agenti di polizia per estorcere denaro a diverse personalità.
Ora il partito di Alberto Núñez Feijóo è convinto che l’appartamento in cui Sánchez e Begoña Gómez hanno vissuto prima di trasferirsi alla Moncloa, un appartamento a Somosaguas, sia stato pagato dal suocero del presidente con i soldi della sua attività sessuale.
Inoltre, il Partito Popolare vuole indagare anche su una delle saune, Adán, perché il locale era di proprietà di un ente pubblico che lo ha dato in affitto al suocero di Sánchez. «Egli affittò anche il primo piano e l’attico, che sarebbero stati utilizzati come bordello per la prostituzione. È sorprendente che l’attico sia stato affittato per circa 800 euro, un prezzo molto basso per un attico nel centro di Madrid».
Sono state presentate ben 18 interrogazioni alla Camera bassa e 15 a quella alta per fare chiarezza sulle proprietà affittate dal Muface negli ultimi dieci anni e se il Governo fosse a conoscenza del loro utilizzo.
Anche il ministro Óscar López, responsabile dell’organizzazione, è stato invitato a presentarsi in Parlamento per il presunto «uso irregolare di proprietà pubbliche per attività legate alla prostituzione, allo sfruttamento sessuale o al traffico di esseri umani». Un’offensiva che ha colto di sorpresa i socialisti.
I PRESUNTI FINANZIAMENTI PER LE PRIMARIE DEL PSOE
Ma non è finita qui, perché, stando a un’inchiesta giornalistica pubblicata da Vozpópuli, il suocero di Pedro Sánchez avrebbe avuto un ruolo chiave nel finanziamento delle campagne per le primarie del PSOE nel 2014 e nel 2017. L’imprenditore si sarebbe assunto i costi di queste competizioni interne in un momento in cui il genero non aveva entrate regolari, secondo fonti vicine al caso.
«La rilevanza di queste rivelazioni risiede nel contesto delle primarie, in particolare quelle del 2017, note come primarie Peugeot, in cui Sánchez ha girato la Spagna in una Peugeot 407 con un piccolo gruppo di collaboratori per riconquistare la leadership del partito».
Secondo le informazioni emerse, Sabiniano Gómez avrebbe convogliato i fondi necessari per quella campagna elettorale attraverso la figlia Begoña, che avrebbe amministrato le somme per la successiva gestione. L’inchiesta ha rivelato che queste attività del suocero, che comprendevano saune gay ed etero, oltre a bordelli, avrebbero generato le entrate destinate alle campagne di Sánchez.
Peraltro, le primarie del 2014 sono finite nel mirino anche per possibili irregolarità, «con rapporti dell’Unità Operativa Centrale (UCO) della Guardia Civil che indicano manovre di Santos Cerdán e Koldo García per manipolare il processo».