Sandra Milo, all’anagrafe Salvatrice Elena Greco, è nata a Tunisi 87 anni fa, ma la sua carriera non risente dell’incedere del tempo, tanto che il prossimo 27 settembre riceverà il premio alla carriera al “Bellaria Film Festival”. “A volte i riconoscimenti sono un po’ tardivi, ma l’importante è riceverli”, ha dichiarato l’attrice sull’edizione capitolina odierna de “Il Corriere della Sera”. Nel ripercorrere il suo passato, la donna ripensa al suo rapporto non così idilliaco con un altro pilastro del cinema italiano, Alberto Sordi: “All’epoca io venivo dal Nord, dove c’era un altro modo di comportarsi. Lui aveva uno spirito bonario, ma era anche un po’ pesante. Secondo lui io ero solo una bella ragazza, con cui sollazzarsi un po’. E persino il regista del film ‘Lo scapolo’, Antonio Pietrangeli, all’inizio mi prendeva in giro, chiamandomi Eleonora Duse”. Fondamentale, per lei, l’incontro con Federico Fellini, che la condusse alla vittoria del Nastro d’Argento con la pellicola “8 ½”: “Dopo ‘Vanina Vanini’, accolto malissimo al Festival di Venezia, ero distrutta. Venni accolta dai fischi del pubblico. Il mio compagno di allora mi disse di non prendermela e di pensare solo a fare la moglie a casa. Poi…”.
SANDRA MILO: “NON DIMENTICHERÒ MAI QUEL 27 DICEMBRE 1985”
Poi, come ha raccontato Sandra Milo a “Il Corriere della Sera”, arrivò la chiamata di Federico Fellini, che stava cercando il personaggio di Carla, l’amante ideale che doveva affiancare Marcello Mastroianni. “Mi telefonò chiedendomi di fare il provino: io rifiutai, ma lui si era fissato e dopo qualche giorno mi mandò a casa la sua troupe: Ero molto legata a lui, mi sentiva più che altro come una sua scoperta”. Per uno strano scherzo del destino, l’attrice visse in diretta la strage di Fiumicino il 27 dicembre 1985: “Fu terribile. Mi trovavo all’aeroporto per accompagnare mia figlia Azzurra che partiva per New York. Mi ero allontanata un attimo per andare in farmacia, quando improvvisamente sentii gli spari. Qualcuno pensò ai fuochi di fine anno, ma io, che ho vissuto la guerra, ho subito capito che erano spari veri. Cominciai a correre come una pazza per raggiungere mia figlia, la quale, per fortuna, era sana e salva”. Una pagina di storia dell’Italia che Sandra Milo, giocoforza, non dimenticherà mai.