“Time flies” è il nome di uno dei tanti Best Of degli Oasis: e nell’estate del quarantennale della vittoria dell’Italia ai Mondiali di Calcio in Spagna del 1982, certamente l’impresa più iconica dello sport azzurro in generale, fa quasi impressione a pensare che sono passati già quattro decenni da quelle immagini già a colori ma che raccontano comunque di un calcio che non c’è più. E nel film documentario “Il viaggio degli eroi”, in onda questa sera su Rai 1 (ore 21.25) Marco Giallini racconterà quell’epica cavalcata ripercorrendo le gesta non solo della rosa di Enzo Bearzot ma anche attraverso altri protagonisti, loro malgrado, di quell’impesa come ad esempio Sandro Pertini.
Pensi al Mundial ’82 e alla memoria non viene solo quel rosario laico che cominciava con “Zoff Gentile Cabrini Scirea…” ma pure l’ex Presidente della Repubblica (1986-1990) che festeggiava al ‘Bernabeu’ in barba al suo proverbiale aplomb e poi protagonista di un altro momento fondativo della memoria collettiva con quella partita a carte a quattro sul volo di ritorno in Italia assieme a Bearzot, Causio e il già citato Zoff. E a uno dei Capi di Stato più amati della storia repubblicana, anche perché ex partigiano e giornalista, nonché primo esponente socialista a ricoprire quella carica, sono legati diversi aneddoti in relazione alla vincente spedizione in Spagna e che nel corso degli anni sono emersi…
SANDRO PERTINI E IL MUNDIAL ’82: “NON TOCCO LA VOSTRA COPPA PERCHE’…”
Se quel “Non ci prendono più!”, alzandosi in piedi, che Pertini esclamò in tribuna al ‘Bernabeu’ al terzo gol degli azzurri contro la Germania in finale, fa già parte della memoria storica di quell’estate, in merito alla famosa partita a scopone sul volo verso l’Italia ognuno ha la sua versione, ma negli ultimi anni il numero uno di quella Nazionale ha svelato alcuni particolari. Inizialmente Perini incolpò bonariamente Zoff del Settebello concesso alla coppia avversaria e successivamente il portiere della Juventus chiese scusa a Pertini sollecitandolo a una rivincita ma questi ammise invece che fu lui a sbagliare. Anni dopo il grande Dino ebbe a dire: “In realtà ho sempre saputo dell’errore, ma ho taciuto… Le istituzioni vanno rispettate!”. Chapeaux.
A proposito di quei festosi ma concitati giorni in Spagna, si racconta che quando Pertini volò nella penisola iberica per assistere alla finale (a differenza dell’allora premier Giovanni Spadolini) tirò una simpatica stilettata anche all’indimenticabile Gian Piero Galeazzi. Quando questi fece sapere a Pertini che “anche il suo omologo Schmidt assisterà alla finale”, l’inquilino del Quirinale replicò “ma quale omologo e omologo! Lui è un Cancelliere mentre io sono un Presidente della Repubblica”. E poi ecco ancora l’aneddoto dei festeggiamenti: pare che Pertini non volle mai prendere in mano la Coppa del Mondo, né in aeroporto né davanti ai fotografi una volta rientrati in Italia. Motivo? “L’hanno vinta loro, è soltanto la loro: io non la tocco”. Altri tempi, altre persone, ben lontane dal populismo odierno: il motivo per cui un trionfo mondiale oggi non avrebbe lo stesso valore. Il fatto che poi gli azzurri manchino la rassegna iridata dal 2014 è un altro (triste) discorso…
COME È MORTO SANDRO PERTINI
Può chiaramente sembrare quantomeno curioso parlare di come sia morto Sandro Pertini: va infatti ricordato che il 24 febbraio 1990 l’ex Presidente della Repubblica aveva 103 anni. Tuttavia, possiamo approfondire: qualche giorno prima infatti Pertini era stato vittima di una caduta, che sembrava non avere avuto conseguenze. Invece, proprio le complicazioni dovute a questo fatto (così si disse) portarono al decesso: nella notte del 24 febbraio di 32 anni fa infatti l’ex Presidente Pertini morì in seguito a quella caduta, nel suo appartamento situato in una mansarda che affaccia sulla Fontana di Trevi, naturalmente a Roma. Poco più di un anno dopo l’appartamento è tornato di proprietà del comune; il corpo di Pertini è stato cremato come da sua volontà, e le ceneri sono poi state traslate nel cimitero di Stella San Giovanni, una frazione del comune di Stella – provincia di Savona – che gli aveva dato i natali nel 1896. Molti anni dopo il decesso emerse una storia relativa alla sua fede: Pertini non era religioso ma teneva un crocifisso nel suo studio al Quirinale. Si disse che in punto di morte chiamò il Papa (Giovanni Paolo II) ma a questi fu impedito di entrare nella stanza di ospedale; il racconto è poi stato smentito da alcune registrazioni di telefonate avvenute con la moglie.