Si è molto parlato sui media in questi mesi della medicina di base, medici di medicina generale (MMG) e pediatri di libera scelta (PLS), ma la discussione si è concentrata solo su due temi: da una parte la posizione strutturale del medico all’interno del SSN, se libero professionista (come adesso) oppure dipendente, con argomenti e ragioni molto contrapposti/e da parte dei sostenitori delle due tesi; dall’altra dell’utilizzo dei MMG/PLS nelle case di comunità aperte grazie alle risorse del PNRR.
Un recente contributo della Fondazione Gimbe sposta l’asse della discussione e sostiene che – secondo le sue stime – nel nostro Paese mancherebbero più di 5mila MMG e sono in notevole aumento i carichi di lavoro.
Ma quanti sono i MMG/PLS in Italia? Come sono distribuiti nelle diverse Regioni? Quanti ne mancherebbero? Quanti assistiti ha in carico ognuno di loro? Proveremo a rispondere a queste domande con l’aiuto dell’Annuario Statistico del Ministero della Salute mettendo a confronto i dati del 2023 con quelli di dieci anni prima.
A livello nazionale nel 2013 i MMG erano poco più di 45.000 (tabella 1) e sono diventati nel 2023 circa 38.000, con una perdita secca di oltre 7.000 professionisti (-16%), differenza tra chi è uscito (cambio lavoro, pensione, decesso) e chi è entrato.
Questa perdita però non è stata omogenea tra le Regioni: se, in termini assoluti, sono la Lombardia (-1.258 unità) e la Campania (-1.022 unità), per ovvie ragioni di numerosità della popolazione regionale, ad avere subito le perdite maggiori, in termini relativi sono la Sardegna (-25,7%), il Friuli (-25,2%) e la Campania (23,1%) a segnalare le più importanti diminuzioni, con la provincia di Bolzano che addirittura aumenta il suo contingente (+4,3%) e la regione Toscana (-0,2%) e la provincia di Trento (-9,6%) quelle dove la riduzione è più contenuta.
Tabella 1. Numero di MMG nelle regioni italiane nel 2013 e 2023, numero medio regionale di scelte per ogni MMG negli stessi anni, e differenze (assolute e percentuali) tra 2023 e 2013. Fonte: Annuari Statistici del Ministero della Salute.
La tabella 1 riporta anche il numero medio regionale di scelte per ogni MMG negli stessi anni, indicatore del carico di lavoro medio che caratterizza i professionisti di ogni Regione. 1.160 erano i pazienti mediamente in carico ad un MMG a livello nazionale nel 2013 (da un minimo di 981 della Puglia ad un massimo di 1.543 della provincia di Bolzano, con le regioni del Nord che in generale hanno valori medi più elevati di quelle del Sud) e sono diventati 1.335 nel 2023 (valori estremi: Molise 1.052, Lombardia 1.547), con un aumento medio assoluto di 175 unità (+15%).
Ma questo valore nazionale va dal -0,M6% della provincia di Bolzano, +1% del Molise, +1,4% della Sicilia, e +2,6% della Toscana, al +33,1% della Sardegna, +27,5% del Friuli, +23,8% della Puglia e +21,8% della Campania.
In buona sostanza, in dieci anni i MMG sono diminuiti ed i pazienti pro-capite sono aumentati, in maniera molto differenziata tra le diverse Regioni, differenze che non riguardano solo le variazioni che sono intervenute nel decennio esaminato ma che erano già presenti nel 2013 e si sono confermate nel 2023 (si vedano i valori numerici dei pazienti in carico ad ogni MMG).
Una seconda informazione che si raccoglie dagli Annuari riguarda la quota di professionisti che hanno in carico più di 1.500 pazienti (quota mediamente prevista dai contratti di lavoro della categoria): nel 2013 erano poco meno di 13.000 (28,3%) e sono diventati poco meno di 20.000 nel 2023 (51,7%), con un aumento di circa 7.000 unità ed un quasi raddoppio dei MMG che hanno superato 1.500 assistiti (tabella 2).
Anche questo è un altro segnale dell’aumento del carico di lavoro. Pure per la quota di MMG che superano 1.500 pazienti si registra una notevole differenza tra le Regioni, che nel 2023 vede in cima la Lombardia (74%) e il Veneto (68%) ed in coda il Molise (21,6%) e la Sicilia (25,5%), e con le Regioni del Nord per le quali ogni MMG ha in carico mediamente più pazienti rispetto ai colleghi delle Regioni del Sud.
Tabella 2. Numero e percentuale di MMG che hanno in carico più di 1.500 assistiti, anni 2013 e 2023; e stima assoluta e percentuale delle carenze di MMG secondo le elaborazioni GIMBE su dati SISAC. Dati per regione. Fonte: Annuari Statistici del Ministero della Salute e stime GIMBE.
Da ultimo, sempre la tabella 2 propone le stime, effettuate dalla Fondazione Gimbe su dati messi a disposizione dalla SISAC (Struttura Interregionale Sanitari Convenzionati), dei MMG che sarebbero carenti nelle varie Regioni. Si tratta di circa 5.500 unità (quasi 15% rispetto ai MMG del 2023) particolarmente concentrate nelle regioni del Nord (P.A. Bolzano 29,11%; Lombardia 28,90%; Veneto 28,40%) e quasi irrilevanti nelle regioni del Sud, Campania esclusa (19,20%).
Considerazioni analoghe, seppure su valori più bassi (si omettono per brevità i dettagli regionali), si possono proporre per i PLS, anche se in questo caso manca il supporto delle stime di Gimbe sulle unità carenti.
In 10 anni la diminuzione ha riguardato a livello nazionale 1.000 medici (-13%), sempre con elevata eterogeneità tra le Regioni e con il Nord che perde più unità del Sud, con un numero medio di assistiti che passa da 890 (nel 2013) a 936 (nel 2023) ma con una quota di PLS che supera il numero di 800 pazienti per medico che, pur mostrando sempre una elevata eterogeneità regionale (valori estremi nel 2023: 92,86% Bolzano; 56,43% Sardegna), è sostanzialmente costante nel decennio attorno al 74%.
Non occorre essere fini statistici o programmatori sanitari per concludere che il problema della medicina di base (MMG e PLS) è innanzitutto un problema numerico già oggi, e lo diventerà ancora di più con le previsioni che indicano che entro il 2027 più di 7.300 medici andranno in pensione.
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