Festival di Sanremo 2025. Un detto popolare dice: “Morto un Papa se ne fa un altro”. Vale per Amadeus, che dopo cinque anni di Sanremo è stato già dimenticato, anzi lo stanno cercando a Chi l’ha visto?. A proposito di Papa, oggi il sito Dagospia ha lanciato la sua bomba: il messaggio di Papa Francesco è stato registrato a maggio del 2024. “Fantascienza”, la replica di Carlo Conti. Lascio ai posteri la querelle, ma non perdete tempo con il suddetto sito.
Il direttore artistico ha portato a Sanremo 2025 la sua squadra, come tutti quando si cambia, è lo spoils system: autori, regista, scenografo.
Anche lo stile è cambiato, la prima serata è stata all’insegna del ritorno della sobrietà e della tradizione con i rassicuranti Antonella Clerici e Gerry Scotti, due volti pacioni e amiconi della tv ed ha preparato la strada per la seconda, più nazional popolare, con i già e continuamente visti Cristiano Malgioglio (prezzemolino esagerato) e Nino Frassica (ironia lessicale sempre identica da quarant’anni) bilanciati dalla figura di Bianca Balti.
Un accenno alla parte prettamente musicale. Nel segno del cambiamento mi sembra che Conti abbia scelto canzoni più melodiche ed orecchiabili. Ma io so’ stonato, non faccio testo.
PrimaFestival
Come ho sempre scritto, è una striscia che sfrutta il traino del Tg1 in attesa della serata con gli interventi e le interviste di Bianca Guaccero e di Gabriele Corsi, due artisti di media notorietà. Alzando il livello di fama dei conduttori l’asticella di investimento pubblicitario si può incrementare con maggiori introiti per la Rai. Al di là del grano incassato, un programma come sempre inguardabile.
Festival di Sanremo 2025
Non si parte con i big, ma con le semifinali delle Nuove proposte, con il giovane (45 anni…) Alessandro Cattelan in versione sto per andà a letto (vedi la giacca e gli orari del suo Dopo Festival) presentare gli sbarbati. Fascia pubblicitaria e poi tra il lusco e il brusco appare Damiano David (Maneskin) cantare in maniera delicata e appassionata Felicità di Lucio Dalla. Buona l’idea di riprendere l’esibizione in bianco e nero con luci concentrate su di lui. Arriva Bianca Balti e c’è un po’ di emozione. Partono i big, si alternano le canzoni con l’ingresso degli altri co-conduttori, Cristiano Malgioglio e Nino Frassica.
Tutto è ritmato e calibrato al minuto esatto come da scaletta annunciata.
Son le canzoni che la fan da padrona. Una dopo l’altra, troppo velocemente? No, va bene così, meno si sproloquia e meglio è. C’è poi il bimbo prodigio di sei anni che suona ad orecchio il pianoforte ed interpreterà Peppino di Capri da piccolo nella fiction Rai. Si salta poi al Suzuki Stage (marchetta) per l’esibizione di Big Mama, si torna con le canzoni.
Non c’è molto da dire, tutto lineare, preparato, rispecchia chiaramente la strategia di Carlo “il Moro” Conti. Un po’ monotono? Forse per chi si aspettava più glamour e provocazioni sicuramente, ma qui eravamo per ascoltare canzoni. Un grazie alla presenza di Bianca Balti, frizzante, piena di vita e di classe. La scaletta annunciata dava la classifica dei primi cinque cantanti alle ore 01:07 e così è stato. Da orologio svizzero.
Regia e scenografia
Carlo Conti ha riportato in riviera lo scenografo Riccardo Bocchini e il regista Maurizio Pagnussat con cui aveva lavorato per gli altri suoi Festival.
Le linee architettoniche delle scene di Sanremo 2025 sono perlopiù orizzontali e sono valorizzate dalle luci, qui la scelta è stata di avere tanti punti luminosi motorizzati di ultimissima generazione che si muovono e si combinano con gli schermi led wall con effetti a pixel luminosi fissi. Il lavoro dello scenografo s’interseca con quello del direttore della fotografia e del regista. Buone le scelte delle riprese di Pagnussat, ma sappiate che tutto è preparato con un software che sincronizza luci, telecamere, audio. Il punto è la preparazione, chiaramente. Buon voto, comunque, perché vi è molto movimento nelle riprese ma non vi è schizofrenia.
Varie ed eventuali
– “Tutta l’Italia, tutta l’Italia, tutta l’Italiaaa uéh!” è lo slogan di quest’anno cantato come rientro dalla pubblicità e come intermezzo. Non mi sembra scritto e voluto a caso, è nel segno di rassicurare e riaffermare uno spirito di unità popolar-nazionale con la musica e le canzoni.
– L’ironia e le gags di Frassica son sempre le solite. Non potendone fare a meno visto la scelta su di lui, bisognava limitarlo, ma rientra nella visione di una serata concentrata sul nazional-popolare.
– Stessa cosa per Malgioglio, che per fortuna ha parlato meno.
– Il completo doppiopetto gessato bianco con righe nere con soprabito identico esprime la forte personalità di Achille Lauro, che tra outfit e canzone è da voto con lode.
– Complimenti a Rose Villain, si ‘na petra, veramente.
– Nuove tendenze per la moda: camicia di plastica azzurra riflettente senza maniche con pantaloni larghissimi rossi di Alex Wyse; guanti retinati di pizzo nero di Damiano David; giacca di Cristiano Malgioglio dai colori del Milan con spalle che son punte di ali di farfalla con fiocco sulla schiena e velo a strascico di una decina di metri; camicia bianca da pittore rinascimentale con colletto che è una sciarpa pendente sempre di Damiano David.
Dinero
Ma quanto costa il Festival di Sanremo 2025? L’inserto economico del Corsera ha fatto due conti: ricavi 67 milioni, spese 20 milioni di euro. Son tutti approssimativi, visto che Rai non pubblica mai i bilanci di Sanremo. Le cifre suddette mi sembrano sproporzionate, vedrei volentieri da utente (visto che sono obbligato a pagare il canone) sia il preventivo del budget che il consuntivo.
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