Ieri mattina citavo al mio caporedattore la famosa battuta “Un fiorino!” tratta dal film Non ci resta che piangere e poi in conferenza stampa a Sanremo 2025 è stata annunciata la presenza come ospite di Roberto Benigni. Colpaccio! Che veggente…
Roberto Benigni con il trascorrere degli anni si è quietato: come non ricordare la battuta “Wojtolaccio”, la strizzata di maroni a Pippo Baudo, l’entrata sul cavallo bianco, solo per citare alcune sue performance. Nelle ultime apparizioni del 2020 e 2023, con il Cantico dei Cantici e l’omaggio alla Costituzione, ha smesso i panni del provocatore.
Benigni a Sanremo 2025
È stato sul palco dell’Ariston una decina di minuti con alcune battute da voto 6 e mezzo sulla politica: “Bella (Marcella) ciao”; “Neri per caso”; “su X Elon ha già annunciato il vincitore, è Giorgia (Meloni)”; “tutti son saliti sul carro dei vincitori della dx, io e Ignazio abbiamo parlato oggi”.
Carine e veloci, ma niente di che. La caduta di stile è stata la strofa della canzone Inno del corpo sciolto: non capisco, proporla mi pare (la dico alla Montalbano) una minchiata. Benigni saluta in maniera ossequiosa il Presidente Mattarella ma poi casca l’asino, Carlo Conti annuncia per il 19 marzo su Rai Uno il programma Il Sogno proprio con Benigni. Scambi di favore? A pensar male si fa peccato. Costo dell’esibizione? Un fiorino.
Geppi Cucciari
L’ingresso di Geppi Cucciari è sprint, effervescente, prende in giro il Moro Conti e ne ha per tanti, politica compresa; da accettare, non è offensiva ma spiritosa e ironica, una spanna sopra le battute di Benigni. E così sono tutti i suoi interventi, pungenti e simpatici, non c’è paragone con il livello scialbo e ripetitivo del fu Frassica della seconda serata.
E veniamo ai duetti con le cover. I maggiori cantanti italiani odierni sono in coppia con i partecipanti del Festival, un’idea orami non originale, ma neppure negativa: una serata piacevole d’intrattenimento musicale.
Il mio personalissimo cartellino
Buone per me le interpretazioni vocali dei Modà/Renga, Clara/Il Volo, Brancale/Amoroso, Irama/Arisa, Giorgia/Annalisa, Ranieri/Neri per Caso. Inadeguata Marcella Bella con L’emozione non ha voce di Celentano, come rovinare una canzone. Inutile scrivere di Bella stronza di Fedez/Marco Masini, sarebbe pretestuoso e infelice riferirsi all’ex coppia d’oro italiana.
Ma ecco la mia classifica più che altro dettata da ricordi, affetti e circostanze: terzo classificato Rocco Hunt e Clementino con la canzone di Pino Daniele Yes, I Know My Way; argento per la coinvolgente Il Pescatore con l’orchestra fiati di Goran Bregovic cantata da Olly; e medaglia d’oro all’interpretazione toccane e delicata de L’anno che verrà di Bruno Sas con Dimartino e Riccardo Sinigallia.
Ecco il podio vero: terzi Fedez e Marco Masini, Bella stronza; secondi Lucio Corsi e Topo Gigio, Nel blu dipinto di blu; prime Giorgia e Annalisa, Skyfall.
Ma seguite il giudizio e le pagelle del bravo Emanuele Rauco.
Fashion Festival (improbabili)
Rose Villan ha solo il vestito intonato alla canzone di Battisti; Tony Effe scimmiotta Fabrizio Corona in doppiopetto blu a righe, camicia bianca e con la famosa catenata d’oro da 70k euri pendente dalla cintola alla tasca; dopo il medley Mahmood si propone con una giacca con tutti buchi rotondi che non saprei definire; Johnson Righeira dal museo delle cere arriva con un occhialata da sole da voto 14 se il massimo è 10; Achille Lauro è con vestaglia lunga da sera leopardata con brillanti e collo trapuntato; i Neri per Caso cambiano look indossando giacche color porpora cardinalizia.
Varie ed eventuali
Ma i vari Chiello, Rkomi, Tony Effe, Achille Lauro hanno tatuaggi perpetui oppure sono come le mie decalcomanie che sfoggio in spiaggia in agosto?
Diversi bambini sul palco perché dallo Zecchino d’Oro è arrivato Topo Gigio.
Problemi tecnici con microfono e auricolari con la cover Crêuza de mä cantata da Bresh e Cristiano De André, interrotta e ripetuta due volte: l’orologio svizzero di Carlo Conti si è bloccato, capita.
Tormentoni estenuanti
I braccialetti elettronici vengono messi alla caviglia per chi è in libertà vigilata, ma, essendo il pubblico inchiodato alle poltrone del teatro, qui sono al polso e spesso citati e s’illuminano. Spettatori scenografici.
“Tutta l’Italia, Tutta l’Italia”…… ma bastaaa!
Bambini sul palco: il nipote in lacrime di Borghi in scena a mo’ di tappezzeria, il piccolo fenomeno che suona il pianoforte ad orecchio e quello tuttologo sul Festival, ripristiniamo per favore Carosello così li mettiamo a letto presto.
Mahmood. Ne parlo solo in coda, di fatto come co-conduttore è un valletto, una statua in iniziale outfit black, meglio quando canta. E lo fa con un medley alle 22:55 per sei minuti con un pantalone gonna rosso coi brillantini, a torso nudo palestrato da invidia, circondato da ballerini in tuta e passamontagna di Diabolik. Un antipasto del suo prossimo tour negli stadi.
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