Dopo sette anni di battaglia legale, l’ex vigile che a Sanremo timbrò il cartellino in mutande non solo è stato assolto, ma deve essere reintegrato e risarcito. Era diventato il simbolo dei “furbetti del cartellino”, ma in realtà Alberto Moraglia era un dipendente modello. Infatti, è sempre stato assolto dall’accusa di truffa. Il Comune di Sanremo, però, non si è accontentato delle assoluzioni per richiamare il vigile. La sezione Lavoro della Corte d’Appello di Genova ha deciso che va reintegrato e gli va corrisposto a titolo di risarcimento del danno la retribuzione totale dal giorno del licenziamento a quello dell’effettiva reintegra, contributi compresi.
Stando a quanto riportato da Quotidiano Nazionale, la somma si aggira sui 250mila euro, visto che Alberto Moraglia è stato licenziato il 22 gennaio 2016. L’inchiesta della Guardia di Finanza portò ad un blitz rimasto nella storia di Sanremo: vennero notificate 43 misure cautelari, di cui 34 arresti domiciliari, 8 obblighi di firma. Tra gli indagati, i dipendenti sorpresi in flagranza di reato patteggiarono. C’era chi andava a fare la spesa e chi un giro in canoa. Di questi, 16 sono stati rinviati a giudizio, 10 processati e assolti. Erano accusati di assenza ingiustificata in orario d’ufficio. Tra questi c’era Alberto Moraglia.
“STRISCIAVO IL BADGE ANCHE IN PIGIAMA MA…”
Alberto Moraglia è finito nei guai per aver timbrato il cartellino in mutande, come da immagine catturata dalle telecamere che erano state installate dalla Guardia di Finanza, per poi tornarsene a casa. Da qui l’accusa di truffa. Il vigile affrontò il processo consapevole di non aver fatto nulla di rilevante dal punto di vista penale. Infatti, timbrare il cartellino in mutande non configura la fattispecie di alcun reato. “Mi è capitato di smontare dal servizio, di arrivare a casa e ricordarmi di non aver timbrato. Per evitare di rivestirmi sono andato a strisciare il badge anche in pigiama”, aveva spiegato il vigile al magistrato. Infatti, Alberto Moraglia venne assolto. I giudici scrissero che anzi il vigile “iniziava a lavorare mezz’ora prima del suo turno“.
Smontate le accuse, si aspettava che il Comune di Sanremo revocasse il licenziamento del 22 gennaio 2016. Ma così non è andata. Il provvedimento è stato confermato nel maggio di quest’anno. Alberto Moraglia, che era diventato factotum aprendo un piccolo negozio da tuttofare, non ha rinunciato alla battaglia legale: ha presentato ricorso e ha vinto.