L’ORDINE DI SANT’AGOSTINO ALLA RIBALTA CON LA NOMINA DI PAPA PREVOST: UN PONTEFICE MISSIONARIO
Papa Leone XIV lo ha detto nel suo discorso dalla Loggia in Vaticano: «sono un agostiniano, sono un figlio di Sant’Agostino», il Santo di Ippona che disse «con voi sono cristiano e per voi vescovo». In questo senso, ha sottolineato il cardinale Robert Francis Prevost nelle sue prime commosse parole, possiamo «tutti camminare insieme verso quella patria che Dio ci ha preparato». Nel nome scelto c’è già il programma: le encicliche sociali e spirituali di Leone XIII con l’iconica Rerum Novarum, e soprattutto quel primo grande Leone Magno: e poi la scelta dei cardinali è andata su un missionario e curiale al tempo stesso, un missionario dell’Ordine di Sant’Agostino, nato in America ma per anni presente nelle missioni del Perù.
C’è tutto insomma nella scelta del Conclave verso il nome di Papa Leone XIV, un agostiniano in Vaticano nell’annunciare al mondo la verità di Cristo: e c’è tutto il senso del carisma dell’ordine degli Eremitani di Sant’Agostino, un’unità che già si delinea nelle parole scelte per il suo primo discorso e nella volontà di annunciare “la pace sia con voi” tra le primissime parole dettate nella Benedizione Urbi et Orbi. «Il ruolo del priore locale dell’Ordine di Sant’Agostino», questo il titolo della tesi di dottorato che il cardinale Prevost tenne nel 1987, divenendo in breve il direttore delle missioni agostiniane (con la sigla mondiale O.S.A.) in Illinois.
Dopo la conversione di Sant’Agostino a Milano, la vita da missionario in povertà venne a creare ad Ippona un monastero che sta all’origine dell’ordine oggi “esaltato” dalla nomina a sorpresa di Leone XIV: un ordine che nacque nel 1243 da una bolla di Papa Innocenzo IV, che invitava gli eremiti agostiniani ad avere una Regola e norme di vita legate a Sant’Agostino. La spiritualità dell’Ordine arriva direttamente dalla sequela di Cristo in memoria degli insegnamenti filosofici, culturali e dottrinali del grande Santo d’Ippona: il punto di riferimento è la Regola (qui il testo ufficiale, ndr) che si adatta allo spirito del tempo, alle culture e ai luoghi dove viene manifestato il carisma agostiniano.
LA PACE E L’UNITÀ NELLA MISSIONE: IL CARISMA DEI MISSIONARI AGOSTINIANI
Un cammino di unità, un legame ecclesiale tra missione e dottrina che ha segnato l’intera vita di Papa Leone XIV e che richiama l’intera storia dell’ordine di Sant’Agostino: amare Cristo, insegna il Santo d’Ippona, «significa amare la Chiesa, suo corpo, madre dei cristiani e depositaria della verità rivelata». La ricerca di Dio, l’intima ricerca della verità e la comunione di vita con il Vangelo del Signore: nel carisma agostiniano vi è esplicito riferimento al magistero della Chiesa e che ora sarà elemento di massima importanza avendo il primo Papa agostiniano della storia.
L’emblema dell’ordine di Sant’Agostino reca il libro sacro della Bibbia e il Cuore di Gesù fiammeggiante ma trafitto dalla freccia, con anche la cintura dell’abito agostiniano del Santo filosofo. Priore generale, missionario, curiale e oggi Papa: l’evoluzione del cardinale Prevost si permea sul carisma degli agostiniani, su quell’unità nella fede nella sequela missionaria del Figlio di Dio. È lo stesso Ordine che sottolinea come la genuina spiritualità degli agostiniani punta sul «servizio libero a Dio», non perché costretti dalla necessità, «ma perché mossi dalla carità e, senza ricercare la propria giustizia».